Squadra concentrata che ha sfruttato al meglio le opportunità concesse dai Pirati

Pubblicato il Apr 11 2016 - 11:17pm by Flavio Orati

Con il due a uno registrato sul campo di casa il Tommasin Padova si aggiudica la serie della prima giornata di campionato IBL contro i Campioni d’Italia del Rimini. Dopo un assaggio di buon baseball nonostante la chiusura anticipata al sesto inning dell’opengame omologato sull’uno a zero per i padroni di casa, anche la seconda gara anticipata alle 12 di domenica anziché alle 15, si è chiusa con il vantaggio del team guidato dal Manager Francesco Aluffi con un perentorio sette a due in un incontro ricco di giocate che si sono lasciate apprezzare per l’elevato contenuto tecnico espresso. Un Calero sul monte che ha brillantemente saputo rendere inefficaci le valide battute in egual numero dai Pirati, ( 8 a 8 ) rilevato poi da Rizzo che ha lasciato il monte per l’esordio nel campionato italiano del Closer  venezuelano Canache. A seguire, si è giocata poi gara tre riservata ai lanciatori italiani che ha visto un sostanziale equilibrio fino al termine del primo terzo di gara quando i Pirati rompevano il ghiaccio e una volta sostituito il partente destro Simone Bazzarini, sull’1 a 0 per un errore di Alvarez su lancio pazzo, hanno dato seguito alle segnature che decretavano la fine anticipata all’ottava ripresa per manifesta sul 10 a 0 a favore della squadra guidata da Munoz che è dovuto ricorrere a tutta la sua esperienza per contenere i danni e chiudere con dignità la serie.

Una squadra prima della classe che ha fornito in complesso una prestazione opaca e forse a tratti sottotono – a parte i soliti attesi – concedendo al Tommasin, sempre sul filo di lana, le migliori occasioni che non si è proprio lasciato sfuggire. Anzi ha entusiasmato, fin dalle prime battute, il proprio pubblico di casa con azioni determinanti e produttive per ben figurare. Certo, da parte dei padroni di casa, diversi sono stati, comunque gli episodi discutibili che devono essere ovviamente riservati a completo beneficio delle scelte strategiche decise dal team coach, considerando che si tratta delle prime vere partite quando appena si è tornati in possesso della padronanza del campo sia in fase difensiva e sia in attacco sulle basi.

Il Tommasin in tutte e tre le partite, si è presentato nel suo rinnovato carattere esprimendo una pressione di gioco davvero corta nelle diverse situazioni che hanno portato a punto, sfoderando un’inattesa determinazione. Ancora una piccola messa a punto generale, ma nell’insieme tutto il team si è dimostrato ben concentrato e consapevole di non dover eccedere nel valutare ogni opportunità, senza sprecare nulla. Aluffi nelle due partite domenicali ha avuto così l’opportunità di schierare in campo le alternative migliori nella sua disponibilità sia in diamante e sia in campo esterno provando Ferrini e Jordi Pizzorni.

Ad ogni buon conto, quello che maggiormente fa piacere osservare è che l’informazione in generale sembra prestare maggiormente attenzione a questo sport che deve uscire dal solido guscio dei soli addetti ai lavori, avendo coraggio con scelte anche forti, ma che siano prese per il bene dell’intero movimento che come tutti possono constatare sta soffrendo negli ultimi anni di una seria e profonda crisi di identità forse dovuta ai troppi voli pindarici dei propri massimi dirigenti che fanno perdere l’attenzione alle maglie di un tessuto che oggi propone una coperta inequivocabilmente troppo corta fornita alle società di ogni categoria.

Ma questa è tutta un’altra storia. E speriamo che tutto questo fermento mediatico mantenga sempre attiva la cronaca e le attenzioni verso il nostro baseball di domani, oggi costituito dai giovani atleti di ieri….

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Flavio Orati

Flavio Orati sulla soglia dei sessanta - Padova 4/10/55 - ho iniziato come tutti con gli allievi nell'Arcella Padova-baseball che avevo 8 anni. Poi juniores,e la serie C con la squadra dell'oratorio che ci ha accompagnato per molti campionati da eterni secondi in competizione perenne con Verona, storica scuola di riferimento per noi veneti dell'epoca,riuscendo a conquistare in un lontanissimo campionato la possibilità di fare un torneo per passare alla serie maggiore. la gestione ecclesiastica della squadra - i frati di S.Antonio - ha rinunciato alla partecipazione facendo sfumare il nostro sogno rincorso per anni. Sciolta la squadra, abbiamo costruito con le nostre mani in tempo record un campo per farci disputare il campionato autotassandoci - erano tempi duri ma ricchi di solidarietà - tanto che siamo riusciti a creare una società ex novo e disputare almeno tre campionati di C. Nel frattempo uno sponsor quasi vero Bellamio, ha preso in mano il futuro della squadra con molti dissensi che hanno fatto migrare alcuni di noi verso l'altra storica compagine padovana: quella del CUS Padova.Intanto con l'età crescevano anche gli impegni e il nostro baseball spartano e universitario nonostante i campionati di B doveva lasciare il posto alla vita ma fino ai quarant'anni non ho abbandonato se non con qualche rara sosta, la frequentazione dei diamanti. Ed ecco che tornato a Padova ho ripreso a seguire la squadra nella sua performance stupenda della vittoria del campionato A federale e contestualmente anche della coppa Italia: un team che meritava sacrifici ulteriori nonostante la mia BPCO (broncopatia cronica ostruttiva) che non mi fa più respirare tanto bene. Eccomi qua che provo ad interpretare il baseball per le colonne on line di Baseballmania..... secondo la mia pluridecennale esperienza iniziata da esterno centro con l'erba che era più alta di me, per poi giocare in seconda e poi interbase, ma all'occorrenza ho ricoperto tutti i ruoli!!