Quindici Trofei nei suoi quindici anni (non consecutivi) al timone della Società Fortitudo Baseball. Stefano Michelini – Presidente in uscita – entra nella storia. Perchè la media di un titolo all’anno rappresenta qualcosa di straordinario. E perchè l’ultima stagione da “numero uno” del Club bolognese si porta dietro la dimensione di “stagione speciale”. Coppa dei Campioni e titolo italiano nello stesso anno! Abbattendo contemporaneamente un tabù: per la prima volta la Fortitudo Baseball, nei suoi sessantasei anni di storia, vince due scudetti di fila.
Un 2019 magico.
Il trionfo nella European Champions Cup nella prima settimana di giugno, con la squadra a firmare in semifinale e in finale due prestazione enormi sul piano della solidità e dell’espressione tecnica. Sottomettendo una forte concorrenza rappresentata dai due grandi Club olandesi del Rotterdam e dell’Amsterdam.
Una settantina di giorni dopo, ecco un nuovo titolo tricolore. Si tratta d’una riconferma della superiorità della Fortitudo UnipolSai dopo lo scudetto del 2011, arrivato al termine di un campionato da 32 partite vinte su 35 giocate.
La Fortitudo, non va dimenticato, ha vinto anche la regular season. Un risultato che già le aveva dato la certezza – anche prima dei playoff – di prender parte alla European Champions Cup anche nella stagione 2020.
Non era scontato che la Fortitudo del trionfale campionato 2018 sarebbe stata così competitiva anche quest’anno.
L’inverno era stato duro…
“Sì, ci siamo trovati nella situazione – racconta Michelini – di rimpiazzare forti giocatori che, per motivi diversi, non facevano più parte del nostro gruppo. Ad esempio, Robel Garcia, firmato dalla Organizzazione dei Chicago Cubs. Abbiamo perso anche i due affidabilissimi olandesi, Lampe e Moesquit. E il catcher Beau Maggi, rientrato negli Stati Uniti”.
La riduzione dei “visti” per gli stranieri extracomunitari e la decisione federale di riservare una delle due partite settimanali ai lanciatori di formazione italiana vi hanno costretti a cambiare strategia. Perdendo quella che nel campionato scorso era stata la coppia delle meraviglie sul monte di lancio, quando al fianco di Raul Rivero c’era il cubano Martinez.
“Ma l’abbiamo ricostituita. Una grande coppia di pitchers l’abbiamo ricostituita. Rivero e Perakslis. Determinanti. Per salire sul tetto d’Europa. E per riconfermarci campioni d’Italia”.
Già, Rivero. Sul diamante di San Marino, martedì in gara3 delle Finali per il titolo tricolore, Raul è stato autore d’una performance strepitosa. Ha lanciato con intelligenza, precisione, controllo, grande serenità. Gli strikeout venivano con naturalezza. Un piacere vederlo lanciare.
“Indubbiamente. Raul in questo 2019 è tornato ad esprimersi ai livelli dei suoi anni migliori. In questa finale è stato magistrale. E di fronte aveva una signora squadra come San Marino. Che ci ha provato, ci ha creduto, si è battuta con coraggio, producendosi nella solita ottima difesa. Giordani ha tolto un fuoricampo a Marval. In questi playoff abbiamo combattuto contro avversari tosti. E dunque, il valore di questo nostro scudetto è accentuato dallo spessore delle formazioni che abbiamo sconfitto: Parma in semifinale e San Marino nella serie finale. Come in Coppa dei Campioni abbiamo imposto il nostro gioco, la nostra personalità ai Club olandesi”.
Pur senza essere una Fortitudo forte come quella del 2018…
“Beh, non lo so. Si pensava che questa Fortitudo non sarebbe stata forte come quella dell’anno scorso. In realtà, ha fatto meglio. Ha vinto qualcosa di più importante”.
Chiuderai l’avventura da Presidente della Fortitudo Baseball con la doppia impresa che sognavi. E adesso che vai… in pensione, che cosa farai?
Rimango come tifoso. Certamente. Verrò sempre a vedere le partite”.
Riprenderai a fare le radiocronache, come una volta, quando dal 1981 cominciasti a raccontare le vicende della Fortitudo Baseball da tutti i diamanti d’Italia?
Chi lo sa, può anche darsi…”.
Chi sarà l’erede di Stefano Michelini? Chi assumerà il timone del Club numero uno d’Europa?
Su questo argomento, il tentativo di sapere qualcosa da Michelini è inutile. Giustamente, per una questione di correttezza nei confronti del Consiglio Direttivo che dovrà prendere una delicatissima decisione, il Presidente in uscita non si espone. Non fa capire neppure quali potrebbero essere i candidati alla sua successione.
Allora, cerco io di “anticipare” la scelta, di rivelare un nome. Andando per logica, ipotizzo Pierluigi Bissa. Avvocato, ex-giocatore della Fortitudo (e anche di Verona e San Marino), è personaggio con tutte le caratteristiche per guidare un Club dinamico e ambizioso che vuole acquistare sempre più uno spessore internazionale.
In radio hanno detto che sono 16 i trofei di Michelini