Francesco Fuzzi segna il punto del 5 pari
L’ha rifatto. E in una maniera ancor più clamorosa, che se non l’avessi visto con i miei occhi là al “Falchi” stenterei a crederlo.
L’ha rifatto ancora, la Fortitudo Baseball. Di prendere per il collo il destino d’una partita e ribaltarlo e capovolgerlo, all’improvviso, con l’ultimo sussulto, quando tutto sembrava impossibile.
Impossibile? No. Un aggettivo che non esiste nel vocabolario, nel cervello, nel cuore di questa squadra bolognese che non abbassa la guardia.
Soffre, fatica, vacilla, la trovi ad un passo dal burrone. E quando è lì, ad un passo dal burrone, mantiene la lucidità e il coraggio per proteggersi, per limitare i danni con provvidenziali giocate difensive. E per non piombare giù.
La lezione ormai è chiara. Se permettete alla Fortitudo UnipolSai di sopravvivere, allora avete già perso. Si rialza, resiste, recupera. Un punticino alla volta. Con pazienza, con costanza, con fiducia, con fierezza. Con occhi di fuoco. Aspettando il momento giusto per portare – forte e decisa – l’ultima spallata. Quella che ti rovescia, ti lascia tramortito dentro una valle di frustrazioni.
Spera Rondon Dobboletta
Lo aveva fatto sabato 10 agosto, in gara5 (lo spareggio) della serie di semifinale contro il Parma Clima. Quella sera al Falchi, lo ricordate sicuramente perchè è stato un episodio clamoroso ancor molto fresco, la squadra bolognese s’era trovata sotto 0-4 dopo tre inning. E in ritardo ancora di 3 lunghezze (1-4) quando ha cominciato il suo ottavo attacco.
In quei momenti Parma non ha avuto sufficiente lucidità e solidità per tenere sotto controllo la situazione. Dietro l’angolo, il veleno. L’errore di tiro dell’interbase, il lancio pazzo di un Casanova che sbuffava già in riserva, il fuoricampo da 2 punti di Marval ad accendere d’eccitazione il Falchi, e poi il singolo di Vaglio il capitano. E il singolo di Grimaudo. Il cambio di Casanova. Habeck sul monte. La pressione della banda bolognese che continuava, s’intensificava. Singolo – importantissimo – di Francesco Fuzzi, il quale sfruttava poi l’errore dell’esterno destro per portarsi sul cuscino di seconda base. Sull’azione la grande corsa di Alessandro Grimaudo verso casa. Con un largo sorriso a illuminargli il volto nella notte che stava profumando di magia. Sorpasso. Finiva così una serie di semifinale gonfia di emozioni: le due vittorie con le quali Parma aveva vinto a Bologna in apertura della sfida, sorprendendo per reattività una Fortitudo un po’ lenta ad entrare in ritmo. La ribellione degli uomini di manager Frignani, orgogliosi nel lasciare il segno nelle due gare andate in scena al “Cavalli” di Parma. Poi la sera del match decisivo. Il cattivo impatto, una notte che sembrava maledetta. Ma la costanza, quella, non manca mai alla Fortitudo. Ci crede, insiste, fa pressione.
Passione, organizzazione, mentalità. Con la pazienza di fare tutte quelle piccole cose che – messe assieme – creano un’impresa.
Ebbene, ieri sera l’UnipolSai ha fatto qualcosa di ancor più clamoroso. In rimonta, tanto per cambiare…
Sotto 0-4 in gara2 della serie per lo scudetto. Stesso svantaggio di quella sera del 10 agosto.
Bologna è dietro nel punteggio (3-5) quando va in attacco per la nona volta. L’ultimo lembo di partita.
Stavolta è più dura recuperare. Più difficile.
E quando Osman Marval, il grande Marval che sta battendo 625 in questa serie, viene costretto da René Mazzocchi a colpire male in diamante e ne esce una battutina stitica facile preda dell’interbase Epifano per una tranquilla assistenza a Flores in prima base, le possibilità di recupero bolognese paiono ridotte al lumicino. C’è una base su ball concessa a Vaglio, però immediatamente dopo viene eliminato Paz. Ed è il secondo out! San Marino mantiene il suo 5-3. E manca alla squadra dei Titani 1 solo out per festeggiare il successo e riportare la serie in parità.
Mossa tattica di Frignani e del suo staff. Entra in scena Francesco Fuzzi come pinch hitter (per Grimaudo) perchè è un destro e va ad affrontare il mancino Mazzocchi. Ok, strategia perfetta. Mazzocchi, che comincia ad essere in affanno dopo aver lanciato 4 ottimi inning (come eccellente era stata la “partenza” da 4.2 rl. di Alessandro Maestri), regala quattro ball a Fuzzi.
Corridori in prima e in seconda. Ma… pur sempre con la spada di Damocle dei 2 out. Nel box c’è Russo. Ha già battuto un singolo, al settimo inning. Inserito in partita come pinch-hitter (diventando poi il DH), prendendo così il posto di Filippo Agretti. Scelta delicatissima. Ci vuole anche coraggio a togliere Agretti che aveva confezionato 2 RBI. Manager Frignani e i suoi compagni di viaggio hanno idee chiare. La scelta si rivela felice. Russo, dopo il singolo del settimo inning, confeziona un’altra valida al nono. Spingendo Vaglio a punto. Per il 4-5. Adesso il gruppo del Titano si fa assalire dai tormenti. Mazzocchi non trova più la zona dello strike e manda in base gratis Dobboletta. Situazione di basi piene: Fuzzi in terza, Russo in seconda, Dobboletta in prima. Finisce la partita di Mazzocchi, sale sul monte Coveri. La tensione lo inchioda. Base su ball a Nosti. Punto automatico del 5-5.
Altro cambio di pitcher. Fuori Coveri, dentro Valerio Simone. Basi piene. Sul conto di 3 ball e 2 strike, Leo Ferrini decide di battere lungo.
Leo Ferrini festeggiato dai compagni !!!
Vede l’esterno centro un po’ avanzato, evidentemente in posizione per difendere una presumibile battuta a metà strada fra interni ed esterni. Ferrini invece alza una battuta profonda. Giordani corre precipitosamente indietro, si tuffa con coraggio sbattendo anche contro la recinzione nel tentativo di afferrare la pallina. Apprezzabile gesto atletico. Ma non ce la fa.
Ferrini con il suo singolo fa volare a casa base Russo. Sorpasso di Bologna.
Federico Giordani a terra, disperato e dolorante, è l’immagine del disappunto, dello sconforto, della rabbia del San Marino. Che ha prodotto una partita piena di energia, da 10 battute valide e nessun errore difensivo, buttando in faccia ai bolognesi i lanci di Maestri (intoccabile per quattro inning) e di un apprezzabile Mazzocchi.
Tutto questo non è bastato.
Perchè?
Perchè la Fortitudo ha la durezza mentale, ha l’organizzazione, ha la lucidità per “chiudere” le partite. Quando deve farlo.
Altri, questa maturità ancora non ce l’hanno o non l’hanno dimostrata.
Il cinismo non è fortuna. Il cinismo è una dote. Significa saper colpire al momento giusto.
Quinta vittoria consecutiva della squadra di Lele Frignani, in questi playoff. Spesso soffrendo, e questo valorizza le vittorie. Sta faticando (ma non molla), anche perchè non può essere al top del rendimento. Un battitore forte come Ericson Leonora è ancora indisponibile. E Osman Marval viene da un problema fisico che lo ha tenuto fermo e che lo sta tuttora condizionando. Non riesce a produrre la massima torsione nel giro di mazza. Rimedia con battute di contatto, a scapito della potenza. In questi playoff (6 partite: quattro di semifinale perchè una l’ha saltata, e le prime due della Italian Baseball Series) Marval ha confezionato 13 battute valide in 24 turni nel box.
Credo che meriti d’essere sottolineata la solidità e la resistenza di Andy Paz, il catcher. Per lui, dietro il piatto di casabase, 17 partite di fila (dal 23 luglio). Sette di queste partite nello spazio di quindici giorni. Fisico, tecnica, intelligenza. Innesto provvidenziale.
La forza e’ potente in questi ragazzi.