Italian Baseball Series. La Fortitudo parte bene. Vincendo con personalità una partita stretta (3-1). Contro un San Marino composto, che tiene bene il campo confermando un’apprezzabile organizzazione in difesa. E confezionando 7 valide, fra le quali un fuoricampo da 1 punto in apertura di partita con il suo leadoff Federico Giordani.
La Fortitudo UnipolSai batte soltanto una valida in più (8). Eppure… vince la partita 3-1. In rimonta, ma senza soffrire.
Prima considerazione. Il gruppo di manager Lele Frignani e’ un gruppo abituato a disputare finali, a giocare partite importanti, a stare sotto pressione, ad avere la pazienza e il tempismo necessari per allungare le mani su partite “strette”. Bologna ha la maturità, l’istinto, l’organizzazione, la solidità mentale per tenere sotto controllo le emozioni. E per afferrare al volo le situazioni favorevoli. La resistenza mentale, la costanza permettono a questa squadra di prendere in pugno – alla distanza – partite complesse.
Anche in questa occasione, con fiducia estrema nelle proprie possibilità’, la Fortitudo UnipolSai vince in rimonta. Senza lasciarsi impressionare da quel lampo di Federico Giordani, leadoff del San Marino, in apertura di gara. Ecco… quello in realtà e’ stato l’unico momento nel quale Bologna ha concesso al San Marino d’essere pericoloso e concreto.
Seconda considerazione. Nella gara dei lanciatori stranieri, il San Marino e’ in grado di reggere l’urto con il suo “partente” Carlos Quevedo. Ma per cinque inning. Quevedo, concentratissimo, ha cercato di avvelenare i battitori della Fortitudo con le sue perfide curve e i cambi di velocità. Riuscendo (particolarmente nei primi tre inning) a non permettere al gruppo bolognese di prendere ritmo.
Ha prodotto una prestazione concreta, Quevedo. Ha retto bene per cinque inning, poco più. Poi ha cominciato ad andare in affanno.
Ha lasciato il monte dopo il doppio di Osman Marval. Con la partita ancora in bilico. E in parità: 1-1.
Ebbene, fra il “partente” Quevedo (che ha dovuto effettuare 95 lanci in 5.1 riprese lanciate) e Fernando Baez che e’ un closer affidabile… c’è un “buco” che – per quel che si è’ visto in questa gara1 – non mette al riparo i Titani. E proprio negli inning centrali la Fortitudo ha esercitato forte pressione. Perez (che non ha fatto in tempo ad entrare in scena che già l’hanno cambiato) e Valerio Simone non sono riusciti a reggere la pressione di Bologna negli inning centrali.
La Fortitudo invece può presentare in gara1 un trio di ottima qualità: Perakslis-Gouvea-Rivero. Non ci sono cali di tensione. Non ci sono buchi. Anzi, Bologna avrebbe anche Antonio Noguera…
Dunque, a livello di pitchers stranieri manager Frignani è copertissimo. Martedì in gara 3 la palla del “partente” passera’ nelle mani di Raul Rivero (3 K du 4 battitori affrontati nel suo corto rilievo di gara1). Bologna può’ alternare Perakslis e Rivero, con un Murillo Gouvea in gran forma come set up. Ed e’ una situazione che il San Marino non può concedersi e pertanto dovrà’ spremere Carlos Quevedo.
Terza considerazione. Osman Marval. E’ il battitore che fa la differenza in questo momento. Aveva faticato per mesi a trovare ritmo e la sua solita efficacia. Aveva dovuto fare i conti con problemi fisici. Ma adesso nei playoff e’ tornato ad essere lo slugger con gli occhi della tigre.