Bologna alza il Defender
E’ tempo di “dare i numeri”. E’ naturale, a fine stagione. Il baseball, sport intelligente e complesso, molto logico sul diamante anche quando propone colpi di scena quasi impensabili all’ultimo inning, è un gioco di squadra ampiamente caratterizzato dalle statistiche. Numeri, tanti numeri. Da leggere, da capire, da valutare. Per rivivere una performance, o per interpretare il rendimento di un giocatore o di una squadra.
La Fortitudo UnipolSai Bologna – squadra della quale intendo in questo articolo far conoscere le stats principali d’una stagiuone da considerare speciale – ha realizzato un’impresa in questo 2019. Trionfando in European Champions Cup (la Coppa dei Campioni del baseball) agli inizi di giugno, poi vincendo il campionato martedì scorso al termine di un percorso – i playoff – vissuto tra fatiche e rimonte, sofferenze ed emozioni.
Bologna alza la Coppa di Campioni d’Italia 2019
La Fortitudo UnipolSai è la settima squadra italiana ad avere messo la firma sulla prestigiosa accoppiata Scudetto-Coppa dei Campioni nello stesso anno (da quando la European Champions Cup, che si chiamava Coppa dei Campioni, venne istituita nel 1963).
Le “doppiette” italiane Campionato-Coppacampioni cominciarono nel 1965, con il Nettuno che era abbinato pubblicitariamente alla Simmenthal: salì sul tetto d’Europa prevalendo sullo Sparta Rotterdam e nello stesso anno conquistò lo scudetto (il decimo!) con 28 partite vinte e appena 4 perdute. Era il Nettuno B.C. di Giulio Glorioso che “firmò” 16 vittorie dal monte di lancio in quel campionato di metà Anni Sessanta, era inoltre il Nettuno di Alfredo Lauri, Enzo Blanda, Pietro Monaco, Joe Sylvia, Earl Hayes, Lorenzo Masci, Aldo Cannucciari, Giampiero Faraone, e Claudio Tagliaboschi, Enzo Lauri, Antonio Caiazzo, Giampaolo Mirra, Franco De Renzi.
In ordine cronologico la seconda doppietta scudetto- Coppa dei Campioni venne messa a segno dalla Europhon Milano del 1970. Vi giocavano Giuseppe Silva, Ivan Cavazzano, Angelo Novali, Carlo Passarotto, Steve Shedd, Luigi Consonni, Lorenzo Vinassa De Regny. Era l’Europhon gestita, “animata” dal mitico Gigi Cameroni.
Nel 1977 entrava in scena “The big-green machine”, la Germal. Il Club di Parma della sua prima accoppiata campionato-Coppa proponeva giocatori dello spessore di Craig Gioia, Dan Miele, Stefano Manzini, Carlos Guzman, Claudio Cattani, Ron Coffman, Anthony Di Santo, Sal Varriale, Giorgio Castelli.
Nel 1979 tocca a Rimini vincere nella stessa stagione il campionato italiano e la Coppa dei Campioni. E’ la forte Derbigum di Lou Colabello, Mike Romano, Ed Orrizzi, Gianfranco Vandi, John Long, Riccardo Spica, Beppe Carelli.
Ancora Parma, nel 1981, con il marchio Parmalat. Scudetto ed Europa per Paolo Cherubini, Roberto Mari, Carlos Guzman, Giorgio Castelli, Claudio Cattani, John Guggiana, Claudio Corradi, Sal Varriale, Leo Schianchi.
Cambia sponsor negli anni Novanta, ma non i risultati. Parma è al top a livello internazionale e nel 1995 con lo sponsor Cariparma è di nuovo – contemporaneamente – sul trono d’Italia e d’Europa. Nella formazione del ’95 ci sono big come Faustino Corrales, Massimo Fochi, Fabio Betto, Luigi Carrozza, Paolo Ceccaroli, Alberto Tondini, Roberto Bianchi, David Rigoli.
Nel 2011 a fare l’accoppiata scudetto e Coppa dei Campioni nello stesso anno è la squadra che rappresenta la più antica Repubblica del mondo occidentale, il San Marino Baseball Club. Ci giocano Tiago Da Silva, Ivan Granados, Simone Albanese, Wuillians Vasquez, Francesco Imperiali, Giovanni Pantaleoni, Anthony Granato, Carlos Duran, Jairo Ramos, Laidel Chapelli.
Alessandro Grimaudo
QUELL’HOMER DI GRIMAUDO – E arriviamo… ai giorni nostri. La Fortitudo UnipolSai Bologna è l’ottava squadra italiana a realizzare l’impresa di vincere nella stessa stagione il titolo nazionale e quello europeo.
Una cavalcata cominciata in una magica settimana di giugno, giorni dal sapore speciale, una atmosfera appassionante al Falchi. L’organizzazione della dirigenza fortitudina è perfetta. Il pubblico risponde, ci sono 2500 spettatori a incoraggiare e sostenere la squadra di manager Frignani nelle sfide agli squadroni olandesi. Si crea un mix suggestivo e coinvolgente di curiosità, eccitazione, orgoglio. E di spettacolo. Si respira l’aria di un Evento importante. E la Fortitudo UnipolSai affronta con intensità, concentrazione, concretezza, convinzione le battaglie decisive. Si esprime al top. Gioca le due più brillanti partite dell’anno. Afferrando l’iniziativa e strappando il cuore al Neptunus Rotterdam in semifinale (10-3), con Alessandro Grimaudo che si veste di gloria e batte un fantastico fuoricampo da 2 punti, mentre sul monte di lancio Stephen Perakslis è magnifico. Poi, la finalissima. Il gruppo di Frignani è carico, è padrone delle emozioni, si rende conto che questa è la grande opportunità da non mancare. Il sogno diventa realtà. Bologna non concede nulla all’Amsterdam, il punteggio di 8-0 indica in maniera inequivocabile la superiorità del team bolognese.
Settantadue giorni dopo l’impresa in European Champions Cup, il Club del Presidente Stefano Michelini allunga le mani (per il secondo anno di fila) sul titolo di Campione d’Italia. La dodicesima volta nella storia di questa Società fondata nel 1953.
Ha riconquistato lo scudetto attraverso un cammino caratterizzato da stabilità e costanza.
Una regular season da 21 partite vinte e 3 perdute (12-0 in casa, 9-3 in trasferta). Poi l’estenuante braccio di ferro delle cinque emozionanti gare con Parma. Serie difficile di semifinale, caratterizzata da una falsa partenza (il Parma Clima due volte vittorioso a Bologna). La reazione, energica. Rabbiosa, orgogliosa. Da Campioni. La Fortitudo ritorna in vita. Recupera, pareggia la serie e porta la formazione di Gianguido Poma a gara5. Lo spareggio. Al Falchi. Ancora, però, una partenza difficile. Parma balza sul 4-0. La Fortitudo costretta di nuovo ad inseguire. Sembra una… maledizione, dopo tutta la fatica fatta e le energie consumate per rimontare. Situazione delicatissima.
Parma è avanti 4-1 quando comincia l’ottavo attacco di Bologna. Ricordiamo che cos’è accaduto. Leo Ferrini raggiunge salvo il cuscino di prima base per l’errore di tiro dell’interbase, Polonius va strikeout, lancio pazzo di Casanova e Ferrini vola in seconda base. Fuoricampo di Osman Marval al centro. E sono 2 punti. Con 1 solo out. Bologna si porta a -1. Vaglio accentua con un singolo ben piazzato gli affanni del pitcher cubano del Parma Clima. Andy Paz è eliminato in diamante, battendo sul terza base, ma la sua battuta permette a Vaglio di raggiungere la seconda base. Il singolo di un provvidenziale Grimaudo mette le ali al suo capitano. Che va a firmare il punto del pareggio: 4-4. Gianguido Poma, manager del Parma, toglie dal monte l’affaticatissimo Casanova. Sale Habeck in una situazione diventata improvvisamente delicatissima, imbarazzante per il Parma Clima. E su un lancio di Habeck, ecco la battuta decisiva che va a ribaltare il destino della gara e della serie. Francesco Fuzzi ha l’intuizione felice, colpisce bene e fabbrica un’altra battuta valida. C’è anche un errore della difesa parmense. Scatta Grimaudo verso casa base. Ed è l’immagine della felicità quando segna il punto del clamoroso sorpasso. Vince Bologna 5-43 e balza in finale. Parma non ha saputo “chiudere” la gara quando poteva. E doveva.
Il 3-0 della serie finale indica la solidità e la forza di Bologna, però San Marino è stato avversario vero, valoroso, duro. Ha perso in tre round, la squadra del Titano. Non deve ingannare, questo risultato. Tutt’altro che semplice sfidare Albanese, Romero e compagni. Anche nella Italian Series la Fortitudo si è prodotta in una rimonta che ha dell’incredibile, forse ancor più clamorosa e avventurosa di quella dell’ottavo inning di gara5 contro Parma. E’ accaduto nella seconda partita. Ultimo inning, San Marino avanti di 2 punti (5-3) e… soltanto un out da fare. Per completare il lavoro e vincere una gara ben giocata fino a quel momento. Ma quell’out è arrivato tardi. Quando la Fortitudo – lucida, fredda, inesorabile – aveva effettuato un altro “pazzesco” sorpasso.
Complessivamente, Bologna ha vinto in questo campionato 27 partite. Perdendone appena 5. Scudetto meritatissimo. Anche per via della capacità di soffrire dimostrata.
Raul Rivero MVP premiato dal Pres. Marcon
IL RIVERO PIU’ GRANDE – L’Omone – come affettuosamente lo chiamano i fans fortitudini – ha saputo gestire magistralmente le energie. Gli anni passano, ma il braccione spara ancora forte. Impressionante come ha spinto nella finale di European Champions Cup: 7.2 riprese lanciate, 120 lanci, 14 strikeout, 1 base su ball, 4 valide concesse e nessun punto subìto.
Meno potente, e tuttavia molto intelligente e di controllo totale, la partita che Rivero ha lanciato martedì scorso in gara3 a San Marino. La partita dello scudetto. 8 inning, 12 strikeout, 102 lanci, 2 basi su ball, 4 valide concesse e nessun punto subìto.
Statisticamente molto simile alla performance dell’8 giugno contro Amsterdam.
Raul quest’anno ha vinto meno partite rispetto al 10-0 dell’anno scorso, tuttavia ha lanciato con altrettanto efficacia. E nelle due partite-chiave della stagione si è prodotto al top della qualità e della personalità.
Sul monte di lancio, nella sera che ha riportato Bologna sul tetto d’Europa, c’era lui. E nella sera dello scudetto c’era lui.
Raul Rivero è in Fortitudo dal 2013. Le statistiche di campionato dicono che in sette anni ha vinto 47 partite, ne ha perdute soltanto 9. E ha ottenuto 22 salvezze!
Alessandro Vaglio riceve la coppa del 1° Classificato dal Pres. Marcon
VAGLIO, L’ARTISTA DEI DOPPI GIOCHI – Alessandro Vaglio, il capitano della Fortitudo UnipolSai, indossa la casacca biancoblù dal 2012. Ha vinto 11 titoli in 8 anni: 4 scudetti, 3 Coppe dei Campioni, 4 Coppe Italia.
Battitore da 329 nella regular season di quest’anno, e addirittura da 410 nella regular season 2013, Vaglio è un ammiratissimo artista della difesa. Da quando è in Fortitudo, ha confezionato la bellezza di 176 doppi giochi.
Nella Italian Series, appena conclusa, il capitano dell’UnipolSai è stato difensivamente perfetto. Chiudendo a 1000 di fielding percentage. Pur con la spalla destra in disordine già dalle semifinali con Parma…
Nel campionato scorso, in regular season, Vaglio fece registrare uno straordinario 11 su 13 nelle basi rubate.
Osman Marval riceve il Defender dal Pres. Marcon
MARVAL 216 VALIDE – Osman Marval è il battitore clutch della Fortitudo. In quattro campionati (è a Bologna dal 2016) la sua mazza ha fabbricato 216 battute valide. Facendo la differenza nei momenti delicati o decisivi.
Quest’anno ha conosciuto una prima parte di stagione sofferta e difficile, per via di problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento. Nei primi mesi batteva 200. L’orgoglio, il carattere forte, la personalità lo hanno spinto a recuperare efficacia nella settimana di Coppa dei Campioni, dove è stato premiato come MVP.
Era in evidente crescendo, Osman, quando un altro problema fisico lo ha fermato alla vigilia dei playoff. Costringendolo a saltare gara1 della serie di semifinale. Ha lottato contro il tempo per essere di nuovo disponibile. E per poter tornare, come in passato, a fare la differenza. Ci è riuscito. Ha battuto con una media di 500 nella serie di semifinale. E ha proseguito lasciando il segno nelle tre gare finali contro San Marino.
Osman Marval e Andy Paz hanno chiuso la serie-scudetto con 417 di batting average. Ma preziosi sono stati anche Russo (2 su 2) e Agretti (429).
Come importanti sono stati in regular season Leo Ferrini (379 di media-battuta, 33 valide) e Ericson Leonora (375). E provvidenziale Alessandro Grimaudo – l’uomo dalle battute di qualità – sia in Coppa dei Campioni, sia in campionato in quella difficilissima serie di sfide con Parma. Fondamentale anche martedì scorso con quel doppio da 2 punti che ha “chiuso” la partita e il campionato.
Il numero di Raul deve essere ritirato una volta che smette,speriamo il piu’ tardi possibile,il suo #75 e’ gia’ nella Leggenda.Grande Aquila,I’ll fly with you!!!!!!!!!!