Il Direttivo ratificherà le dimissioni del Presidente. La transizione verso il nuovo consiglio sarà affidata a D’Arcais

Pubblicato il Ott 11 2018 - 11:39pm by Flavio Orati

Hidalgo Noguera

Continua dietro le quinte, insistente e senza sosta, il lavoro per mantenere alto il livello acquisito in questi ultimi anni dall’intero movimento del baseball padovano per assicurare continuità e gestibilità degli impianti. Domenica 21 ottobre si terrà uno stage tecnico dell’Italia giovanile U12 all’interno degli impianti del Plebiscito di Padova che richiamerà sotto la guida di manager Stefano Burato,( pitching coach Rosa Colombo  coach Bortolotti, Conti e Licciardi) 45 giovani giocatori all’appuntamento per illustrare il programma di preparazione invernale da seguire in vista dell’Europeo e la Baseball World Cup di categoria del 2019.

Dopo la quasi definitiva uscita di scena di Bobo Tommasin come unico sponsor della squadra che ha giocato 5 campionati nella massima serie, conquistando anche nel 2015 l’accesso ai play off, adesso è il momento di consolidare le fondamenta e assicurare ai giovani giocatori la fruibilità massima di questo polo sportivo.

E’ il primo atto in quest’ottica della neonata Accademia fortemente voluta dalla sede regionale veneta della federazione ed affidata sul campo anche all’hitting coach Ciccio Aluffi, da anni nella Città del Santo, per muovere i suoi primi passi.

Ma a fianco di tutto ciò si dovranno avviare anche alcuni passi obbligati riferiti all’aspetto burocratico e legati al passaggio fisico delle consegne e delle responsabilità della società Padova baseball e quelle relative agli impianti del Plebiscito.

In ordine a questo motivo domani sera a Padova sarà riunito il direttivo della Società per ratificare le dimissioni del presidente Tommasin e affidare questa fase di transizione al vicepresidente Marco Flores D’Arcais che quindi indirà l’Assemblea dei Soci per rieleggere il nuovo Direttivo secondo Statuto che coinciderà con quella annuale ordinaria la settimana successiva.

Naturalmente le considerazioni vanno, tra le altre, anche all’aspetto delle tante migliorie che negli anni lo stesso presidente Bobo ha apportato manu propria all’impianto del Plebiscito sia in termini di strutture fisse ( il Palabobo con tutte le sue attrezzature) e per l’accoglienza e la sicurezza del terreno di gioco, sia in beni mobili – come i trattorini tosaerba e gli accessori per la terra rossa – con il container assicurati per la migliore manutenzione del campo.

Il Plebiscito infatti oggi si trova in una situazione ottima per l’aspetto del terreno di gioco, tenuto a regola d’arte come un figlio sotto le direttive di Gianni Boldrin, mentre alcune problematiche strutturali rimangono ancora irrisolte: una fra tutte l’impianto idraulico che è soggetto a periodiche rotture che causano allagamenti improvvisi e che senza preavviso ne impedisce la fruibilità come già è accaduto l’ultima partita di regular season, giocata in estremis al Gavagnin di Montorio.

Aspetti che competono la proprietà pubblica, come anche per la messa in sicurezza dell’area esterna quando nonostante la lentezza della realizzazione dei pali per la recinzione che hanno determinato diverse giornate sempre in trasferta, le soluzioni in emergenza sono sempre state prontamente garantite.

La complessità di gestione di una società si articola come nei mille tentacoli di una stessa medusa: ognuno contribuisce alla sopravvivenza della specie e fondamentale risulta dedicarvisi H24, nella ovvia divisione dei ruoli che devono coprire tutti gli aspetti necessari a far muovere l’ingranaggio all’unisono. Ingranaggio che non si può inceppare.

 

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Flavio Orati

Flavio Orati sulla soglia dei sessanta - Padova 4/10/55 - ho iniziato come tutti con gli allievi nell'Arcella Padova-baseball che avevo 8 anni. Poi juniores,e la serie C con la squadra dell'oratorio che ci ha accompagnato per molti campionati da eterni secondi in competizione perenne con Verona, storica scuola di riferimento per noi veneti dell'epoca,riuscendo a conquistare in un lontanissimo campionato la possibilità di fare un torneo per passare alla serie maggiore. la gestione ecclesiastica della squadra - i frati di S.Antonio - ha rinunciato alla partecipazione facendo sfumare il nostro sogno rincorso per anni. Sciolta la squadra, abbiamo costruito con le nostre mani in tempo record un campo per farci disputare il campionato autotassandoci - erano tempi duri ma ricchi di solidarietà - tanto che siamo riusciti a creare una società ex novo e disputare almeno tre campionati di C. Nel frattempo uno sponsor quasi vero Bellamio, ha preso in mano il futuro della squadra con molti dissensi che hanno fatto migrare alcuni di noi verso l'altra storica compagine padovana: quella del CUS Padova.Intanto con l'età crescevano anche gli impegni e il nostro baseball spartano e universitario nonostante i campionati di B doveva lasciare il posto alla vita ma fino ai quarant'anni non ho abbandonato se non con qualche rara sosta, la frequentazione dei diamanti. Ed ecco che tornato a Padova ho ripreso a seguire la squadra nella sua performance stupenda della vittoria del campionato A federale e contestualmente anche della coppa Italia: un team che meritava sacrifici ulteriori nonostante la mia BPCO (broncopatia cronica ostruttiva) che non mi fa più respirare tanto bene. Eccomi qua che provo ad interpretare il baseball per le colonne on line di Baseballmania..... secondo la mia pluridecennale esperienza iniziata da esterno centro con l'erba che era più alta di me, per poi giocare in seconda e poi interbase, ma all'occorrenza ho ricoperto tutti i ruoli!!