Il direttore sportivo Christian Mura spiega i “segreti” d’una Fortitudo che viaggia con 13 successi in 14 partite. E racconta il progetto sul quale il Club sta lavorando

Pubblicato il Mag 20 2014 - 9:20pm by Maurizio Roveri
Quattordici partite, tredici vittorie, migliore team pitching con 1.66 di Earned Run Average, miglior team fielding con 978 di percentuale, nonchè minor numero di punti concessi (appena 27, mediamente meno di 2 punti subìti a partita). Qualificazione matematica ai playoff con 3 turni (6 partite) d’anticipo. Ecco la Fortitudo UnipolSai di questa prima fase dell’Italian Baseball League 2014. Scherzosamente, vien da dire che… potrebbe permettersi di non giocare il girone di ritorno. Perchè dentro i playoff c’è già. E si tratta della quattordicesima qualificazione consecutiva della Fortitudo alla post-season: anche questa è una performance del Club bolognese.
Per trovare un avvio di stagione altrettanto ruggente e felice da parte della Fortitudo Baseball bisogna risalire al 15-1 della splendida regular season 2008 quando i bolognesi proposero (per l’espressione tecnica della difesa e per il gioco sulle basi) il miglior baseball che si sia visto al “Gianni Falchi” nell’ultimo decennio. Poi… sappiamo come andarono le cose nei playoff, bastò un vuoto di memoria d’una settimana per rovinare una stagione intera… ma evito di andare oltre in questo discorso perchè immagino già una quantità industriale di gesti scaramantici nel clan fortitudino…
Un’altra “grande partenza” di Bologna nella prima fase del campionato è stata registrata nel 2011, con 13 vittorie e 3 sconfitte.
Che cosa c’è dietro queste prestazioni, dietro questi risultati, dietro questa sicurezza della Fortitudo UnipolSai? La domanda è per Christian Mura, il direttore sportivo, il dirigente che è a più diretto contatto con la squadra e con lo staff tecnico, attraverso un lavoro delicato e importante fra campo, ufficio e… mercato
La compattezza. Lo spirito. La mentalità. Queste sono nostre qualità. Per quanto riguarda la squadra,  qui c’è un gruppo di ragazzi veramente unito. Ragazzi che hanno voglia di stare insieme e di vivere tutti insieme quest’avventura. L’entusiasmo del gruppo porta a buoni equilibri e a motivazioni sempre più forti. Dietro questo gruppo c’è una Società che con professionalità porta avanti un progetto. Ed ecco allora che certe situazioni si sviluppano in maniera naturale. Sono contento perchè ogni anno riusciamo anche a cambiare, ad inserire giocatori giovani, senza che il rendimento del gruppo ne risenta. Rimangono gli equilibri, perchè si lavora con organizzazione. La “filosofia” della Fortitudo Baseball non è quella di cercare sempre di fare la squadra più forte, bensì quella di portare avanti un progetto per rinnovare la Fortitudo e averla più forte negli anni. Questo è il frutto di una programmazione, che ci ha visti quest’anno, ad esempio, portare a Bologna ragazzi molto interessanti come Filippo Crepaldi e Alessandro Grimaudo”.
Le risorse economiche adesso non vi mancano…
Be’, abbiamo più disponibilità rispetto a diversi altri club ma meno delle “top two” che stanno in Romagna” (Rimini e San Marino, ndr). “Per tenere il loro passo, devi ottenere il massimo da quello che hai. Ed è quello che stiamo cercando di fare. Ci sono stati anni, recentemente, nei quali abbiamo giocato con tre stranieri (anzichè quattro) nel roster, per motivi di budget. E tuttavia siamo rimasti competitivi e ogni anno qualcosa siamo sempre riusciti a portare a casa. Sono contento perchè il nostro progetto va avanti, secondo quelle che sono le idee e le scelte programmatiche della Società. In fondo, è la Società che deve prendere le decisioni in base a quello che il direttore sportivo e il manager della squadra possono offrire e dire. Il famoso orgoglio-Fortitudo non è semplicemente un modo di dire. L’orgoglio-Fortitudo è una realtà, perchè indica che le cose funzionano”.
Christian, questo è il tuo settimo anno da direttore sportivo in Fortitudo. Valutazioni, riflessioni, considerazioni…
Sì, lavoro per Bologna dal 2008. Esperienza importante e positivissima. Una opportunità per me di crescita, sotto l’aspetto personale. Non è semplice raffrontarsi con trenta persone che hanno caratteri e caratteristiche diverse, c’è chi ha 20-21 anni e c’è chi ha alle spalle esperienze maturate in tutto il mondo. Ritengo che sia davvero difficile avere la maturità per rapportarsi con 30 persone e capire come affrontare i rapporti, come portare avanti certi discorsi. E farsi rispettare, soprattutto fare rispettare le regole. Senza però mettersi troppo al di sopra, bensì rimanendo sempre vicino ai ragazzi. E’ tutto un percorso di crescita che io come dirigente ho fatto e sto facendo, e sono veramente grato alla Fortitudo della opportunità che mi ha dato perchè sicuramente sono cresciuto come uomo”.
In questo tuo intenso cammino assieme alla Fortitudo quali sono stati i momenti che ti hanno trasmesso le emozioni più forti?
Ogni volta che ci sono partite di quelle che contano, nel vedere la nostra squadra che lotta per qualcosa d’importante, mi viene una voglia pazza di essere là sul monte di lancio, di nuovo in prima fila come giocatore. Vorrei essere in campo assieme ai ragazzi, perchè a me piace il gusto della sfida. L’emozione più forte? Quel 26 settembre del 2010 quando vincemmo la Coppa dei Campioni a Barcellona, perchè era da tanto tempo che la Fortitudo Bologna non saliva sul tetto d’Europa. Quella è stata una delle più grandi conquiste. E poi lo scudetto del 2009, che ricordo in modo speciale perchè io da giocatore uno scudetto non l’avevo mai vinto. Ci sono riuscito da dirigente ed è stata una soddisfazione straordinaria”.
Un Club, per essere competitivo, solido, organizzato, credibile, quali qualità deve avere principalmente?
Compatibilmente con un budget adeguato, perchè da questo non si può prescindere, direi che è fondamentale la capacità dello staff tecnico (manager e coach) di gestire con equilibrio un gruppo di persone. Creando un rapporto di reciproca fiducia, di credibilità,  di  disciplina, di buon lavoro, di rispetto per le regole. E trasmettendo organizzazione e motivazioni. Questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico. E mi sembra il modo migliore per ottenere risultati. Dall’altra parte ci deve essere serietà da parte della Società. Serietà nel cercare di mettere in condizione i giocatori di fare il loro lavoro nel miglior modo possibile, affinchè possano serenamente concentrarsi sul baseball e migliorarsi”.
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Maurizio Roveri

Giornalista professionista, nato il 26 novembre 1949 a Bentivoglio in provincia di Bologna. Ha iniziato la sua brillante carriera giornalistica come redattore di Stadio nel 1974 per passare poco dopo al Corriere dello Sport-Stadio, dove è rimasto fino al gennaio del 2004. E’ iscritto all’Albo dei giornalisti professionisti dal luglio del 1977. Al Corriere dello Sport è stato responsabile del basket e del pugilato nella redazione di Bologna. Capo rubrica per il Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Molte le sue esperienze da inviato a cominciare dai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in Italia, del 1990 in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Collaboratore del quotidiano “Il Domani di Bologna” per baseball, pugilato, pallavolo dal 2004 al 2007. Creatore del sito internet specializzato sul baseball Doubleplay.it e collaboratore dei siti Baseballitalia.it, Baseball.it e BoxRingWeb.it. Entra con l’inizio del 2012 nel gruppo editoriale di InLiberaUscita, ricoprendo la posizione di opinion leader e di redattore da Bologna. Nel marzo del 2012 è cofondatore del sito specializzato BaseballMania.it di cui oggi è coordinatore giornalistico.

5 Commenti Unisciti anche tu alla conversazione!

  1. Lucone 21 Maggio 2014 at 04:36 -

    Christian Mura va blindato!!

  2. Fabio 21 Maggio 2014 at 07:03 -

    La Foritudo di quest’anno dispone di un monte di lancio da paura,vera chiave di questa squadra ancora di più rispetto agli anni passati.Le coppie Williamson-Rivero e Panerati-De Santis formano un parco lanciatori di assoluto livello…unico in Italia e non dimentichiamoci un pitcher già bravo e di sicuro avvenire come Crepaldi che in qualsiasi altra compagine giocherebbe titolare o come primo rilievo;a Bologna,con 2 sole partite,ha pochissimo spazio,ma arriverà il suo momento:l’età poi è con lui.Se si riuscirà a prendere un forte battitore allora saremo a posto;nella seconda fase line-up come quello di Rimini e S.Marino dovranno venire fuori e la Fortitudo dovrà contrapporre qualcosa di più potente anche nel box.
    Infine un plauso a questa dirigenza che tra mille difficoltà riesce sempre a tenere in alto questi colori a dimostrazione che,nello sport,oltre ai soldi contano le capacità.

  3. Corrado 21 Maggio 2014 at 10:04 -

    Quello che resta un mistero è come mai una società che lavora sicuramente bene e che ha sempre trovato ottimi lanciatori, non sia mai stato in grado negli ultimi anni di trovare uno slugger quantomeno decoroso… Anzi gli ultimi due tentativi sono stati i peggiori in assoluto…E non credo sia un problema di budget, visto che squadre con budget inferiori hanno trovato giocatori quantomeno presentabili per quel ruolo

  4. bologna 21 Maggio 2014 at 10:44 -

    ….orgoglio Fortitudo viene dalla Fossa dei Leoni della Fortitudo pallacanestro e non dal baseball !!

  5. Maurizio Roveri 22 Maggio 2014 at 03:56 -

    Io credo che Christian Mura abbia tutto il diritto di essere orgoglioso della Fortitudo Baseball, dello spirito di questo gruppo e di questo Club. E pertanto ci sta che il direttore sportivo parli di Orgoglio Fortitudo. Lo so, io lo so bene, che “Orgoglio Fortitudo” è uno slogan ideato, inventato nell’ambiente della Fortitudo Basket. Tuttavia, non significa che la sezione pallacanestro ne abbia l’esclusiva. E’ Fortitudo anche quella del baseball. E la gente del baseball, che segue le vicende e le imprese della “loro” Fortitudo (3 Coppe dei Campioni conquistate negli ultimi 4 anni, tanto per dire…) hanno il diritto di parlare di “Orgoglio Fortitudo”. E’ da anni che è la Fortitudo Baseball il fiore all’occhiello dello sport bolognese. Questa è la realtà. Senza mettere degli steccati fra uno sport e l’altro. Poi, è chiaro che la città di Bologna resta – comunque – principalmente “Basket City” (e questa, mi si conceda un’autocitazione, è probabilmente una definizione che inventai io parecchi anni fa…).