Abbiamo intervistato il Vicepresidente Mignola quando ancora l’eco delle elezioni FIBS non si è spento.
Analisi del voto che ha rieletto Marcon. Il vincitore ha aumentato i voti ricevuti rispetto alla precedente elezione, tutti i consiglieri eletti hanno preso più voti rispetto alla volta precedente. Possiamo dire quindi che il movimento aveva chiaro in testa per chi votare?
“Diciamo che il movimento nella sua maggioranza ha votato per dare continuità e fiducia al nostro progetto- ha dichiarato Mignola – Come nel 2016 non siamo scesi in campo promettendo l’impossibile, se la cosa più evidente è stata mettere in ordine i conti, aumentando la credibilità dell’ente, e tagliare centri di costo non sostenibili, è anche stato fatto un grandissimo lavoro di riorganizzazione di tutta la struttura federale, questo ha permesso sia alle strutture centrali che regionali di essere più responsive verso le società e successivamente di affrontare la pandemia in maniera aggressiva.
Sappiamo di non aver accontentato tutti e di aver chiesto e fatto rinunce e sacrifici, che in Italia non sono mai popolari e facili da spiegare, ma lo abbiamo fatto per consolidare una base da cui ripartire”.
Marcon e tutto il gruppo hanno scelto la strada dei fatti. Pochi proclami in campagna elettorale, avete preferito parlare al movimento con tutto quello che avete fatto durante il primo mandato. Cosa ha fatto la differenza nel voto? I fatti oppure la mancanza di contenuti nella campagna elettorale di De Luca?
“In politica e così anche nello sport bisogna capire i tempi che si vivono e saperli leggere.
Si può e si deve “volere la luna” come faro per migliorare ma inevitabilmente stavamo e stiamo affrontando una epoca storica difficile. La pandemia sta cambiando le nostre abitudini e il modello socio economico.
Stava già succedendo, per fare un esempio nei nostri sport, con la riforma delle minors negli USA o anche “solo” nei modi in cui ragazze e ragazzi si divertono e fanno attività nel tempo libero.
Quindi secondo me non è stata solo una questione di fatti e, come dicevo prima, molte criticità necessitano ancora di essere aggredite e le critiche, quando costruttive, vanno sempre accettate.
Credo che la maggioranza delle società non abbia percepito una vera analisi della contingenza, quasi che il Covid non esistesse, non ha visto impegni concreti sul lungo periodo e a presci6dsl risultato delle elezioni, come a dire “se vinciamo noi bene, se no chissenefrega”.
Inoltre credo che molte figure operative della campagna ma non candidate abbiano un po oscurato i candidati stessi”.
Secondo Mignola, in cosa e come può migliorare tutto il movimento?
“Serve una rivoluzione culturale che parta prima di tutto dalla condivisione delle buone pratiche, che devono diventare un patrimonio di tutti.
O cresciamo tutti come collettivo o siamo destinati a morire come singole società.
Sento sempre parlare di “orticelli”, bene è ora che tutti questi “ortolani” dialoghino tra loro per avviare al mercato i migliori frutti possibili.
Bisogna tornare a studiare a tutti i livelli, capire che il mondo fuori è cambiato e cambia ad una velocità doppia e tripla rispetto ai mitici anni d’oro.
Solo insieme si potranno affrontare le tante difficoltà che si presenteranno nei prossimi mesi, anni!!
Infine, soprattutto per le giovanili, penso che abbiamo un obbligo: far divertire le ragazze e i ragazzi in ambienti sani r ordinati, capaci di coinvolgere le famiglie nel nostro movimento”.
Si avvia alla conclusione un annus horribilis sotto tanti punti di vista, tutti abbiamo sofferto per questo virus che ci ha cambiato la vita, ci puoi spiegare quale è stato l’approccio della federazione ad una situazione così complicata?
“Non è stato semplice, ma da subito ci siamo posti la domanda, dove quanto e come questa cosa colpirà il movimento? L’approccio è stato individuare subito le criticità, comprendere che solo un costante monitoraggio dei problemi e l’impegno a trovare soluzioni sarebbe stato fautore di continuità dei nostri sport!
Bloccare tutto forse sarebbe stato più semplice, meno rischioso e, lo ammetto, anche eticamente più corretto, ma questo avrebbe provocato un danno enorme ed abbiamo quindi dovuto fare una valutazione dei rischi.
Per me è stata la fase in cui, non senza meraviglia, ho compreso le potenzialità delle nostre società dal punto di vista umano, di enorme patrimonio di idee e di capacità abbiamo per le mani!
Ognuno di noi ha messo in campo le proprie esperienze, non solo sportive, ed il confronto è stata la mossa vincente.
Questo a mio avviso è stato il nostro manifesto elettorale, la capacità di risposta!
E poi come sempre, chi non fa non sbaglia”.
Sin dal primo mandato Gigi Mignola era il maggiore sostenitore dell’allargamento della A1. Non si è potuto fare. Ora i tempi sono finalmente maturi?
“Sempre si dice che nei momenti di crisi vengono fuori idee e soluzioni e devo dire che anche in questa occasione si sono manifestati percorsi e strategie inimmaginabili.
L’apertura a nuove formule, a sperimentazioni e a nuove e più sensibili disponibilità ha messo in evidenza le potenzialità di cui parlavo prima!
Nella scorsa stagione credo che i grandi club abbiano capito che invocare una esclusività in questa fare sia sbagliato, dimostrando di potere adattarsi anche a queste nuove sfide senza rinunce troppo drammatiche.
Ora hanno l’occasione storica di essere alla guida di un processo di coinvolgimento ampio e sostenibile, con la presenza attiva e paritaria di tutti gli attori che vorranno essere coinvolti.
Da parte mia so di essere stato molto duro in passato, e mi dispiace se ho ferito sensibilità diverse, ma è un po’ il mio stile e aiuta a tenere la barra dritta verso un obiettivo in maniera coerente.
Obiettivo che per me rimane sempre lo stesso: cercare di giocare di più, possibilmente con una scuola italiana che sforna ragazzi con standard tecnici e atletici alti senza bisogno di obblighi e quindi alibi, con una maggiore competizione e permettendo anche ai più piccoli di potersi avvicinare ai più grandi.
Difficile ma non impossibile.
Andate a vedervi i business plan di NBA, NFL, MLB, ma anche le ricerche di mercato della PREMIER LEAGUE o della BUNDESLIGA: il fattore più importante di coinvolgimento del pubblico e quindi di sponsor non è il livello in se, ma la competitività e la contendibilità di un campionato oltre che strutture, ovvero stadi e impianti sportivi, capaci di accogliere e coinvolgere il pubblico”.
Ultima domanda, il 2021 sarà l’anno delle Olimpiadi, il perché lo sappiamo tutti.
L’Italia del softball, che giocherà negli splendidi impianti di Fukushima e Yokohama, farà parte delle magnifiche sei e tenterà di portare a casa un risultato ad oggi inimmaginabile vista la forza delle concorrenti (Stati Uniti, Giappone, Messico, Australia, Canada), quali sono le aspettative, le speranze?
“Io sono convinto che il lavoro che queste ragazze stanno facendo darà risultati eccezionali, l’augurio e la speranza sono quelli di salire sul podio, io ho visto come hanno e stanno lavorando queste ragazze, sto vedendo anche come cercano di trasmettere a tutti la loro passione e la loro volontà nel voler raggiungere questo traguardo, ma ciò che mi ha sorpreso e con quanto sacrificio e leggerezza stanno facendo questo percorso e quanto stanno trasmettendo a tutti noi. Io auguro a tutte loro loro e a tutti noi le più grandi soddisfazioni e le ringrazio per tutto quello che già hanno fatto per i nostri sport”.
qualcuno potrebbe spiegare il perche’ e’ stato fatto fuori il vicepresidente FABRIZIO DE ROBBIO, ? secondo me una bravissima persona ,che si e’ impegnata tantissimo, forse una fronda che si e’ organizzata per non fargli avere i voti necessari ,e non ha avuto l’appoggio dei suoi elettori del VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA,???