Intervista con il pitcher azzurro in collaborazione con Pietro Striano di MLB Italia

Pubblicato il Apr 5 2016 - 6:10pm by Nicolo Balzani
Parlando con Tiago da Silva si capisce subito che l’argomento è il vero baseball (!) e non quello scritto su un copione che molti giocatori di Major recitano, come robot, per accontentare tutti sforzandosi di essere, sempre e comunque, “politically correct”. Parlando con il closer azzurro non ti accorgi nemmeno del tempo che è passato, un’ora è volata via scherzando toccando argomenti più imprevedibili e disparati. Se in questa chiacchierata, che non chiamerei intervista, poi ci si mette quel pizzico di irriverenza mista a professionalità di Pietro Striano (MLB Italia – Ascesa dei Vinti) il risultato finale è di alto profilo e le cose dette risultano molto interessanti. Quindi consiglio a tutti di prendersi un po’ di tempo per ascoltare il podcast di Pietro con la registrazione completa dell’incontro con Tiago (http://www.mlbitalia.eu/astrospadres/?p=1907). Sì possono così scoprire curiosità su un campionato messicano dove si lanciano palline da baseball come se fossero da golf, dove a seconda dell’altitudine il risultato finale è simile a quello di un match di pallavolo e i pitchers lanciano curve… pure sul conto di tre ball e zero strike.
Per i più pigri, invece, qui di seguito un rapido resoconto delle chiacchiere che, però, non rende merito alla simpatia dei due interlocutori pur spiegando brevemente la storia del lanciatore azzurro e della sua vita messicana.
Ciao Tiago, allora sembri aver iniziato alla grande questo campionato, nelle prime due uscite di stagione hai numeri importanti!
Si, sto entrando in forma, pensa che nella prima gara non dovevo nemmeno esserci, ho dovuto insistere con il pitching coach ma mi è servito e i numeri sono molto buoni. Ora ci aspetta due gare in casa con Vera Cruz, vincitrice delle prime due gare della stagione, ma sono ottimista.
Lo scorso anno hai debuttato nelle Minor poi hai lasciato nonostante fossi in AA, come mai?
In America mi sono trovato a programmare tutto: a cercare casa, a fare il visto, ad organizzare gli spostamenti e, avendo una famiglia, non è stato affatto facile. Mi avevano promesso di partire da AAA invece mi sono trovato in A+ ad Dunedin e, una volta arrivato in AA con i FischerCats, mi sono reso conto che era diventato troppo duro, per mia moglie e mio figlio, seguirmi così ho deciso di tornare in Messico.
Ciudad del Carmen è un posto tranquillo più vicino ai miei cari, dove mi sento apprezzato e considerato.
Hai potuto vivere il clima delle Minors, che livello è?
Il livello è veramente buono, si trovano i migliori giovani giocatori del mondo! Per intenderci ci sono ventenni che lanciano a 98 miglia/h e che in poco tempo possono arrivare da A+ in Major League.
In un paragone la Liga Messicana è molto vicina all’AA americana o anche all’AAA. Lo dimostra il fatto che molti giocatori che finiscono la stagione qui l’anno successivo sono in Major o che molti veterani delle Major si spostano in Messico a giocare.
Cambiando discorso, come è visto il baseball in Messico rispetto al calcio?
In Messico viene tanta gente a vedere le partite, in generale lo stadio è quasi sempre pieno. Anche i media lo seguono moltissimo, sicuramente ad un livello minore del calcio, ma è tenuto in grande considerazione.
Abbiamo visto che molte squadre messicane vengono benedette dai preti prima delle partite, tu sei superstizioso ed hai un tuo rito prima di entrare in campo?
Si, qui la religione trascende da tutto! Prima dell’inizio della stagione tutte le squadre vengono benedette. Non solo, ogni giocatore ad ogni allenamento prega. C’è chi lo fa per evitate infortuni, chi per vincere una partita o, più semplicemente, per la famiglia. 
Io, personalmente, quando esco dal bullpen tocco la terra rossa per chiedere il permesso di poter entrare in campo e faccio il segno della croce in modo che vada tutto bene.
Secondo te come si troverà Alex Liddi in Messico?
Io credo che Alex si troverà abbastanza bene. Cancun è un bellissimo posto dove stare, c’è da considerare che ora avrà la moglie e la figlia accanto, cosa che per un giocatore è importante. Il problema che potrebbe avere sta nel fatto che qui i giocatori lanciano molte palle ad effetto anche in situazioni che altrove non sarebbe concepibile. Un esempio pratico è successo proprio nella prima partita di quest’anno quando vincevamo di un solo punto e il nostro pitcher, sul conto di tre balls e zero strike, ha lanciato una curva! Un fatto impensabile in America! Alex deve sapere che qui non ci sono regole e si deve aspettare di tutto.
Visto la morfologia del territorio messicano, un lanciatore patisce l’altitudine?

La situazione è drammatica! – risata- Quando andiamo a giocare a Città del Messico o Aguascalientes (1.888 msl), i lanci sono differenti. Se pensi di tirare una curva… stai fresco amico mio! La palla va dritta e gira su se stessa, mentre per il battitore, quando riesce a fare contatto, sembra che abbia colpito una pallina da golf che schizza via molto velocemente. Per i lanciatori è frustrante e per i battitori è più facile spedirla lontano, basta vedere i risultati delle partite nel nord del Messico che finiscono spesso con punteggi molto alti. 
Visto la tua esperienza anche in Venezuela qual’è la differenza tra il campionato invernale venezuelano e quello estivo messicano?
In Venezuela c’è un livello superiore rispetto al Messico. Infatti, in inverno visto lo stop della Major, molti prospetti forti o giocatori di AAA vengono a fare esperienza in centro/sud America. Anche se in Messico, come dicevo, ci sono veterani di Major e molte più squadre. 
La tua esperienza in Italia come la ricordi?
Fantastica! Ho ancora molti amici lì, ho vinto tanto, approfitto per ringraziare tutte le società che mi hanno aiutato a maturare. Quando sono ritornato dalla Cina (taglio dopo solo due gare) nessuno in Brasile mi ha offerto un contratto e l’opportunità italiana l’ho subito presa la volo. Devo molto anche alla federazione che ha immediatamente creduto in me, se sono arrivato fino a qui lo devo anche alla FIBS!
Quindi ti vedremo nel World Baseball Classic 2017 con la maglia azzurra?
Se starò bene sicuramente mi farò trovare pronto!
Visto che hai giocato con Chris Colabello, te lo aspettavi che arrivasse così in alto?
Si, lui è cresciuto molto nelle Minors e come battitore ha tante qualità, se lo merita.
Ipotizza di arrivare alla finale della Division: ultimo inning, due out, un uomo in base e alla battuta c’è… il tuo amico Alex Liddi! Come finisce?
Provo a lanciare una palla invisibile – risata – sperando che non me la batta o, forse, meglio che colpisca una rimbalzante sull’interbase! A parte gli scherzi lui è un ottimo battitore e sono sicuro che andrà lontano anche in Messico!
Parlando di soldi, come si guadagna da giocatore professionista in Messico? Si campa bene?
Si, senza dubbio sono ottimi contratti, comparando con la Minor si guadagna dieci volte tanto!
Grazie Tiago, visto le risate, io e Pietro ti aspettiamo presto per un’altra interessante chiacchierata!
Foto di Nicolò Balzani
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Nicolo Balzani

Consulente Digital con spiccato interesse verso l’aspetto dell’advertising: Facebook Ads, Instagram Ads e Google Ads. La grande voglia di viaggiare e di mettersi in discussione gli ha permesso di sperimentarsi in vari campi lavorativi; inizia come reporter sportivo e fotografo per poi specializzarsi nel digital dove collabora con aziende del campo Outdoor e turistico, sia in Italia che all’estero. Nicolò oltre la laurea in Scienze Politiche, indirizzo Diritto Internazionale, conta oltre 20 corsi di formazione digital e un Master in Social Media Communication del Sole24Ore Business School, ma questo non gli ha ancora fatto passare la voglia di apprendere e di studiare. Attualmente collabora con enti e comuni per la formazione digitale e continua a coltivare la sua passione per le immagini, lavorando per un gruppo editoriale legato al turismo.