Il baseball ha superato le barriere è andato oltre agli stereotipi americani fino a pochi anni fa conosciuti, di questa nuova rotta verso l’oriente forse si deve ringraziare Alessandro Maestri, il primo italiano capace di rimettersi in gioco dopo un troppo facile “taglio” americano, ma non bisogna dimenticare chi, racconta con passione e competenza le gesta del pitcher romagnolo: Filippo Coppola, da Boscotrecase (NA), ormai settimanalmente, scrive e fa vivere ai lettori del sito l’atmosfera del grande baseball NPB ma non solo… di grande spessore sono anche i suoi approfondimenti sul campionato koreano (KBO) e cinese di Taiwan (CPBL), risultando così il più grande esperto in materia a livello continentale. Grazie a questa sua passione, Filippo, ha attirato l’attenzione di alcune squadre di IBL che si sono rivolte alla sua esperienza per consigli su giocatori e squadre asiatiche, come anche, del blog della Gazzetta dello Sport, chepalle.gazzetta.it/! Siamo andati a conoscere ed intervistare Filippo, a pochi giorni dalla sua laurea in Ingegneria Navale, ed ecco che spuntano interessanti pareri sul baseball nostrano e qualche consiglio ad… Alex Liddi!
Ciao Filippo, iniziamo con qualche cosa di facile, dicci che fai e cosa combini nella vita?
Come hai già detto sono studente di ingegneria e in questa fase sto preparando la Tesi, per finire finalmente il mio ciclo di studi. Ho anche altre passioni (oltre al baseball che è la principale), come andare a vela ogni tanto e vorrei riprendere il ritmo, interessarmi di storia e cultura, principalmente del mio territorio. E seguire il calcio Napoli, che nelle ultime stagioni sta dando belle soddisfazioni.
Da dove è nata la tua passione per il baseball e, in particolare per quello nipponico?
Nasce tanti anni fa quando seguivo da ragazzino i cartoni di “Tommy la stella dei Giants”, dopo aver visto il film di Tom Selleck, che interpreta un giocatore di baseball americano, che va a giocare in Giappone, per i Dragons. In quel periodo con l’avvento di internet ho cominciato a scoprire siti che ne parlassero della NPB e navigando ne ho trovati pochi e quelli che più mi sono piaciuti erano e sono in giapponese. Ci son voluti svariati mesi per capire come seguire con quegli ideogrammi, ma la passione mi ha permesso di riuscirci, scoprendo un campionato davvero competitivo e che nessuno seguiva dalle nostre parti. Infatti sui vari siti italiani e europei del settore “baseballistico”, a stento si citava chi vincesse il campionato o magari qualche record.
Invece, quella per le statistiche?
Il baseball è quasi tutto legato alle statistiche e nel mio percorsi di studi ne ho trovata abbastanza e non nascondo che mi è sempre affascinata e piaciuta. Se poi nel baseball esiste la statistica e negli ultimi anni l’uso di quella avanzata per la sabermetrica, beh… mi aggrada ancor di più
Dacci una tua opinione su Ale Maestri, come giudichi la sua esperienza di tre stagioni in NPB?
AleMae per ora sta rimanendo in Giappone per i Buffaloes e considerato che il più delle volte gli stranieri, gaijin per i giapponesi, vengono tagliati o ceduti è un buon risultato. La prima stagione, quelle del 2012 fu molto entusiasmante, cominciando prima in un campionato indipendente giapponese (a Kagawa per gli Olive Guyners, nel campionato dell’Isola di Shikoku), poi a quello professionistico della NPB, dove da partente fece vedere le sue qualità e facendosi così conoscere ai nipponici in primis.
La passata stagione, invece, ha sofferto, nonostante abbia ben figurato al Classic, ma più volte è sceso in farm e dopo alcuni tentativi è stato spostato nel bull-pen.
Quest’anno i suoi Buffaloes hanno cominciato una stagione alla grande, dove quasi tutto gira bene e i 4 posti per gaijin sono occupati da altri giocatori. Un team vincente che punta alle Climax-Series e ha lanciato per ora solo e sempre da rilievo, poco utilizzato, ma sta bene fisicamente, dopo essere tornato dal lieve infortunio che ha subito un mesetto fa.
È fresca di pochi giorni il suo ritorno in farm-league, come giudichi il suo inizio di stagione?
Non ha un vero e proprio inizio del 2014 in NPB, solo 6.0 IP, 2 ER e 2 K e chiamato al posto di Betancourt settimane fa, dove l’ex MLB sta battendo poco e male con i Buffaloes, quest’anno più competitivi in PL.
Pensi che il solco tracciato da Ale potrà essere seguito da altri giocatori italiani oppure la pista americana rimarrà quella preferita?
La pista americana e centro-americana è sempre la preferita per questi campionati, ma si può prevedere un altro italiano che va a giocare in Giappone, se si approfitta bene della vetrina del Classic, ma non solo.
Se dovessi azzardare e consigliare qualche giocatore italiano per le leghe giapponese che nomi faresti?
Per pochissimo c’è stato anche Panerati, che dopo un infortunio è tornato in Italia. Ma tra i lanciatori vedo un buon Filippo Crepaldi e anche Matteo D’Angelo e dal vivo ho visto anche Valerio Simone, quando giocava a Nettuno e mi impressionò in positivo la sua “curva”. Tra questi solo Matteo ha avuto esperienza fuori dall’Italia e forse avrebbe spirito di adattamento per un paese lontano e molto diverso dal nostro.
Tra i battitori sarei curioso di vedere un Paolino Ambrosino, ma lì di esterni se ne trovano dappertutto e in alcuni ruoli sono molto patriottici, ma anche un Claudio Liverziani, quello di 10 anni fa, penso che avrebbe avuto qualche chance, partendo da uno dei 3 campionati indipendenti nipponici. Soprattutto vedrei Alex Liddi, che non riesce ad imporsi in AAA con i White Sox quest’anno e potrebbe ritrovarsi come forte battitore proprio in Asia.
Magari cambiando letteralmente ambiente e con meno pressioni potrebbe ritrovare il suo swing e lavorando sui troppi K subiti.
Questo è interessante… quindi Liddi potrebbe avere le qualità per diventare un giocatore da NPB?
Liddi ha dimostrato di essere un giocatore di un certo livello e l’unico vero problema che gli è rimasto è il subire tanti K, che pesa su di lui. Penso che deve ritrovarsi e magari conoscendo una cultura diversa, partendo in un campionato indipendente nipponico, può risultare un buon battitore di potenza, che è in pratica quello che “vedono” i giapponesi negli stranieri, nella maggior parte dei casi. Non so da cosa deriva questo suo rendimento calato, già da un bel po’ di tempo, ma con pazienza spero per lui che ritorni al più presto quello che abbiamo conosciuto con la casacca azzurra.
Come vedi il baseball nipponico rispetto a quello americano a livello di valori?
La differenza che c’è tra la MLB e la NPB non è tanto misurabile e/o paragonabile. C’è chi dice che NPB=AAA, ma non è affatto così per me. Il Giappone è un stato come l’Italia o la Florida in termini di dimensioni ed esprime un campionato a 12 franchigie, con 2 leghe.
Il vero valore da considerare è senza dubbio il rapporto del campionato e la nazione che lo ospita, cioè MLB/U.S.A. ha un certo valore, presumo più basso rispetto a NPB/Giappone (concetto simile al rapporto WAR/$) per quanto detto prima.
Gli U.S.A., cinquantina di Stati, patria del business è logico che al livello economico è inavvicinabile e tanti campioni calcano i diamanti americani, alcuni ricchi di storia e anche altro.
In Giappone si punta tantissimo sui giovani, se alcune star se ne vanno, e si trovano in quasi tutte le squadre giovanissimi selezionati nel draft precedente e nei line-up si possono schierare massimo 4 stranieri.
Negli U.S.A. si trova quasi di tutto, ma è un livello che allo stato attuale la NPB non potrà mai arrivarci. Arrivo a dire che la NPB esprime il massimo che può esprimere e non è paragonabile a campionati americani, sono culturalmente diversi e in Giappone è soprattutto bello vedere player che dopo 20 anni di carriera giocano sempre nella stessa squadra, diventando simboli carismatici e i fans li seguono tantissimo.
Come mai per molti giocatori di Major League è così difficile adattarsi alla NPB?
Questione stranieri in NPB. Una buona parte soffre tanto, molti dopo un po’ subito scompaiono, difficoltà di ambientamento o infortuni.
Vero che Balentien ha battuto 60 HR la passata stagione, stabilendo nuovo record, ma ci è arrivato dopo 3 stagioni lì e il primo anno aveva numeri abbastanza negativi (solo 31 HR lo salvava), poi per il resto tutto dipende dall’ambientamento alla cultura nipponica. Gli si paga tanta fiducia e sottoposto ad allentamenti che forse non ha mai fatto prima, sfruttando a pieno la sua potenza. Il manager degli Swallows gli ripone tanta fiducia.
Un pronostico sul campionato di quest’anno?
Sinceramente vedo favoriti gli Hawks, che non vincono da alcuni anni. Oltre loro si sono attualmente delle piacevoli sorprese, come Carp e Buffaloes e non dare mai per non favoriti i Giants. Il team di Fukuoka con un line-up che esprime per ora 8/9 giapponesi e l’altro è un sudcoreano, rappresenta la cultura orientale, dove si mischiano corridori veloci e di contatto, con altri di potenza e buoni difensori.
Passiamo al campionato koreano (KBO), con nove team…e come mai solo quattro squadre a contendersi il titolo per la CPBL? Come è il loro livello?
In Corea del Sud dall’anno scorso fino alla fine di questa stagione si gioca un campionato a 9 franchigie, mentre passeranno a dieci l’anno prossimo, con l’aggiunta di un altro team. E’ un po’ strano vedere una Lega con numero di squadre dispari, inserendo nuovi team.
Forse è sceso il livello del gioco inserendo queste nuove squadre, ma si gettano le basi per dare più spazio ai giocatori coreani, anche loro molto nazionalisti (in genere uno o due lanciatori stranieri e qualche battitore) e vi sono alcuni americani e centroamericani che riescono a fare la differenza. Da quest’anno, nei mei consueti report settimanali di questa KBO inserisco anche i leader delle varie categorie statistiche, sia per lanciatori, che per battitori. Leggermente inferiore alla NPB, per qualità e composizione del campionato.
Invece per la CPBL di Taiwan vi sono quattro team, superstiti del post scandalo scommesse e malavita che si era insediato in questa Lega. Ora con solo queste quattro squadre, che si affrontano fra di loro ben 40 volte per 120 gare totali all’anno, lo reputo non facile, infatti affrontare ogni mese, un certo numero di volte sempre gli stessi avversari può risultare difficile e competitivo, anche se la qualità è senza dubbio inferiore a quello nipponico.
Anche qui vi sono pochi stranieri, un paio o tre per team al massimo, ma esprime un bel gioco.
Il tuo sogno nel cassetto?
Mah… ne avrei alcuni e forse tali rimarranno, ma a livello di baseball, dico… avere a che fare con qualche team della NPB, prendere una birra con Alex Maestri o Darvish o anche Hayato Sakamoto o Motohiro Shima (insomma un giocatore di NPB o qualcuno di MLB) essere uno statistico della NPB. Magari anche per la MLB.
Lo so sogno in grande e i sogni son belli anche se non si realizzano ed aver a che fare con il baseball come lavoro in questi campionato sarebbe il massimo del massimo, anche se i miei studi mi orientano su tutt’altro.
Grazie Fili…
p.s: AleMae che ne dici… gli offri sta birra?
molto bella questa intervista al grande filippo coppola!!
che seguo con grande passione!
ogni settimana aspetto i suoi stupendi articoli sul baseball asiatico che mi hanno conquistato…
in particolare la npb rappresenta quasi ex equo assieme alla mlb il mio campionato di baseball preferito.
sono anche molto felice che il baseball sia lo sport nazionale di questa parte dell’asia sin da bambino una delle zone del mondo che piu’ adoro.