I dati di presenze degli spettatori affondano il baseball ed esaltano il softball. L’opinione di Ezio Cardea

Pubblicato il Apr 12 2016 - 8:37am by Ezio Cardea

Per qualcuno la stagione è partita solo il 9 aprile con la partenza del prestigioso “massimo” campionato di baseball italiano.

Forse è il più “nano” campionato tra quelli europei  (per non parlare di quelli d’oltre oceano) non solo per il numero di club partecipanti, ma anche per la massa (eufemismo!) di popolo che riesce a coinvolgere.

Vediamo.

Nella sua prima uscita stagionale l’IBL ha messo in campo 6 squadre per un totale di 9 partite che hanno interessato tre piazze: Novara, Bologna e Padova.

Le presenze totali in queste otto gare sono state 865 con una media di 108 spettatori per gara, con una punta massima di 180 presenze nel terzo incontro di Novara e 65 nella terza partita tra Padova e Rimini.

Sono numeri sbalorditivi se si pensa che si riferiscono alla più importante manifestazione del baseball italiano (al 50%, perché l’altro 50% e d’oltre oceano!), cioè del baseball che è addirittura nono nel  ranking della WBSC come attestato dallo stesso direttore esecutivo del WBSC,  Michael Schmidt …

Mi domando cosa direbbe Michael Schmidt se fosse a conoscenza di questi dati. Ma la nostra dirigenza è tranquilla perché, tolta la stampa locale, non c’è alcun riscontro del nostro baseball sui media nazionali e tanto meno sui canali nazionali  Rai/tv!

Forse è per questo che la Federazione si guarda bene dallo spingere sui “media” nazionali:  meglio che tutto resti tra di noi all’interno del nostro sito, meglio evitare di cercare  visibilità al nostro baseball  con le cifre che riesce a mettere in piedi …

Schmidt non le saprà mai.

Ovviamente si dirà che è tutta colpa della pioggia … e certamente le prossime giornate offriranno dati più accettabili. Saranno sufficientemente accettabili?

Per la maggior parte di noi, ovvero di chi è veramente appassionato del nostro sport,  la stagione è cominciata il 2 aprile, con l’avvio dell’altra branca della FIBS (che, lo ricordo per taluni smemorati della dirigenza federale, vuol dire Baseball e Softball), ovvero con ISL.

Al softball non viene data la soddisfazione di essere presentato prima della partenza del suo massimo campionato:  presentazione sempre “postuma”, anche quando in campo internazionale ha fatto meglio del baseball!

Bene: guardiamo i dati di questa ISL bistrattata dalla dirigenza federale, la quale se ne fa vanto solo per  appiccicarsi al petto i risultati ottenuti dal Softball in campo internazionale.

Nella sua prima uscita l’ISL ha messo in campo 10 squadre (contro le 6 di IBL) per un totale di 10 partite (pur giocando due incontri settimanali, contro le 8 di IBL che ne gioca tre!) che hanno interessato cinque piazze (contro tre di IBL).

Le presenze totali sono state 1620 (contro 865 di IBL) con una media di 162 presenze  a gara (contro una media IBL di 108), con una punta massima di presenze di 300 nella prima gara di  Caronno/Saronno ed altrettanti nella seconda gara, battendo anche in questo il baseball col suo striminzito “massimo” di 180 presenze!

Al confronto IBL, stracciato per “manifesta” da ISL,  fa una ben misera figura.

No problem: la dirigenza federale marcia a testa alta, si glorifica, si esalta, si appiccica sul petto i successi frutto del lavoro di chi sgobba sul campo, ma poi tradisce la sua terribile paura del vuoto prodotto in patria dalla sua politica, e ingenuamente grida … “Rimanere agganciati alla locomotiva del movimento internazionale è il nostro obiettivo”.

Già!  Meglio cambiare locomotiva finché si è in tempo!

Foto del fotografo di redazione Cristiano Gatti

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Ezio Cardea

Nato a Milano il 9/12/1936, ha svolto attività come giocatore e come tecnico dal 1948 al 1980 partecipando ai campionati di prima serie dal ’55 al ’72, quasi sempre in società milanesi. Abbandonato il campo per impegni di lavoro, ha continuato a collaborare saltuariamente con società milanesi in supporto alle squadre giovanili e all'attività presso le scuole. A contato col baseball praticamente dal dopoguerra ai nostri giorni, ne conosce la sua evoluzione e ne ha evidenziato fin dal 1980 le criticità: prima fra tutte, a suo avviso, quella creatasi a causa della tendenza delle varie amministrazioni federali a potenziare il livello del campionato di punta fino a creare una frattura col resto del movimento, frattura insormontabile se non con l’'ingaggio di una forte percentuale di atleti d’oltre oceano.