Deborah Zanetti, innamorata del softball grazie a mio padre

Pubblicato il Dic 2 2020 - 7:44pm by Massimo Di Cesare

Nuovo articolo con le protagoniste del softball italiano. Questa volta entra nella vita della nostra intervistata anche il baseball. Deborah Zanetti è infatti una brillante coach nel settore giovanile dei New Black Panthers di Ronchi dei Legionari. La conosciamo meglio…

Chi è Deborah fuori dal campo?

“Sono una mamma single, imprenditrice che lavora nel settore ittico. Sono una donna molto sensibile, ma allo stesso tempo non mi lascio mettere i piedi in testa. Grazie alla mia caparbietà e tenacia ho sempre avuto chiari i miei obiettivi e ho saputo come raggiungerli”.

Softball, Baseball, Slowpitch, come è iniziato tutto e come si è sviluppata la tua lunga carriera prima da giocatore poi da manager?

“Ho iniziato a giocare a Softball a 8 anni, grazie al mio adorato papà che purtroppo non c’è più.
Lui era dirigente nella società “Softball Porpetto” ed è riuscito a farmi innamorare di questo meraviglioso sport, trasmettendomi tutti i suoi valori.
Ho iniziato appunto a giocare nel “Softball Porpetto” dopo alcuni anni nelle varie categorie giovanili, ho cominciato un percorso con la prima squadra, ero la titolare più giovane in mezzo a molti talenti.
Ho esordito in serie A all’età di 16 anni, per poi continuare la mia carriera in varie società della mia regione, dando sempre il massimo impegno.
Dopo 28 anni da giocatrice, ho voluto diventare tecnico sia di Softball che di Baseball.
Ho dato vita al minibaseball nel paese in cui vivo con la società “Friul 81”, imparando moltissimo dai bambini.
Sono stata coach di Softball della rappresentativa regionale FVG cat. Cadette.
Con questo bel gruppo ci siamo qualificate alla fase finale EMEA, negli Stati Uniti a Kirkland, un’esperienza indimenticabile che porterò per sempre nel cuore, come uno dei tanti sogni coronati che ho nel mio personale cassetto e per questo, ringrazio Anna Battigelli per avermi scelta come sua coach.
Dal 2010 faccio parte dei “New Black Panthers” di Ronchi dei Legionari. Ho iniziato come coach negli under 12, diventando manager di categoria nel 2014 e da un paio di stagioni alleno anche l’under 15.
Da anni faccio parte dello staff della rappresentativa FVG di baseball, l’U15 per due anni consecutivi e attualmente per l’U12.
Durante la mia attività da tecnico, ho anche partecipato ai campionati amatoriali di Fast pitch e a qualche partita amichevole di Slow pitch”.

Raccontaci l’esperienza più coinvolgente che hai vissuto, sia da giocatore che da manager.

“Domanda difficile…credo che da tecnico le esperienze valgano doppio. Gioisci nel vedere la felicità dei tuoi giocatori e sei consapevole di aver fatto un buon lavoro, di essere stata una persona fondamentale nella loro crescita dentro e fuori dal campo.
Sicuramente come manager, la finale scudetto U12 di baseball del 2015 è un ricordo indelebile, prima di tutto perché a portare le squadre c’erano due donne, Simona Conti, che stimo tantissimo, per i Falcons Rimini ed io per i NBP di Ronchi.
Credo che per il movimento del baseball sia stato un evento eccezionale vedere scendere in campo due squadre guidate da due donne.
Ahimè quella partita l’ho persa!!! Me la ricorderò per sempre…
Come giocatrice l’esperienza che non potrò mai dimenticare è la finale play off della serie B.
Vincere la meglio delle 5 partite e passare ufficialmente in serie A è un’emozione unica che ogni giocatrice dovrebbe provare”.

Quali, tra i tanti avversari che hai incontrato, hai ammirato di più.

“Quando giocavo a Softball era difficile avere un ammirazione per una sola giocatrice, ce n’erano moltissime brave.
Ammiravo più di tutto le giocatrici che si facevano trovar pronte al momento giusto”.

È cambiato qualcosa da quando giocavi ad oggi?

“Secondo me è cambiato il mondo dello sport in generale, sono sempre meno i ragazzi disposti a fare sacrifici e ad impegnarsi con dedizione e costanza.
A livello tecnico invece un ruolo fondamentale lo gioca “internet”, infatti hai la possibilità di aggiornarti, correggerti e migliorarti continuamente, dandoti spunti per costruire al meglio gli allenamenti specifici per ogni ruolo.
Il Softball e il Baseball sappiamo che sono in continua evoluzione”.

Ti sei sentita mai sotto pressione?

“Non credo che essere sotto pressione sia una cosa negativa. Non voglio essere fraintesa, ma la pressione aiuta ad essere svegli e tenerti in partita, è meglio farsela amica!!!
Una delle cose più difficili è allenare la propria squadra e trovarsi in questa condizione perché è proprio in quel momento che il gioco si fa duro.
Ritengo fondamentale che un tecnico non metta pressione alla squadra, se i giocatori vedono il manager tranquillo, di conseguenza saranno in grado di affrontare la partita con sicurezza e lucidità.

Cos’è la trance agonistica?

“Secondo me la trance agonistica è una condizione mentale che avviene durante un evento sportivo, l’adrenalina si impossessa del tuo corpo e faresti di tutto per raggiungere il tuo obiettivo.
Questa condizione è fondamentale per uno sportivo, per mettere a frutto tutto il lavoro fatto in campo durante gli allenamenti e dimostrare il meglio di sé”.

“Attività motoria in relazione al baseball/softball, rispetto a 10 anni fa, come trovi atleticamente i ragazzi che si avvicinano a queste due discipline?

“L’attività motoria è cambiata veramente tanto non solo rispetto a 10 anni fa, ma già da molto prima. Il mondo dello sport è in continua evoluzione, sta cambiando tutto, dall’alimentazione alla metodologia d’allenamento, a mio modo di vedere manca un’attenta e semplice cura già nelle scuole primarie sull’insegnamento da parte di un professionista dell’attività motoria.
Da me arrivano bambini di 9/10 anni che hanno difficoltà nel correre e nel saltare, quindi prima di insegnare il baseball devo lavorare sugli schemi motori di base”

Sei stata nominata coach e giocatore del Teal Italy Slow, una squadra composta unicamente da donne, cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?

“Questa convocazione mi ha emozionata!
L’idea di scendere in campo come giocatrice dopo un po di tempo ha sempre il suo fascino “adrenalinico”!
Ritengo che la squadra sia composta da un buon gruppo di giocatrici e sicuramente daremo il meglio.
Ricoprire anche il ruolo da Coach è gratificante, devo ringraziare il manager Loredana Auletta per la fiducia che ha riposto in me dandomi questo ruolo. Sono certa che ne vedremo delle belle”

Ringraziamo Deborah per la disponibilità.