Che cosa resta di buono dalla recente vittoria della Fortitudo baseball in Coppa? Molto, moltissimo, perché la squadra è arrivata preparata sia fisicamente che “di testa”, perché allo Stadio Falchi di Bologna e credo anche in quel di Castenaso sono confluiti tanti tifosi e penso anche tanti neo tifosi di baseball e poi, perché davvero si è visto del grande baseball.
Mi spiace non aver ancora mai parlato dell’altra squadra che insieme alla Effe, ha rappresentato il “batti e corri” italiano, perché anche il Parma ha onorato il torneo, anche se alla fine è giunta quarta, per una serie di scelte tecnico tattiche infelici, ma anche per lo sfortunato e bruttissimo infortunio che ha colpito uno dei suoi lanciatori. Il Parma è una squadra in evoluzione e di tutto rispetto, che l’anno scorso ha dato del gran filo da torcere ad una Fortitudo, che per molti era anche più forte di quella attuale, quindi onore al Parma, ad una città bella, ricca e che investe nello sport e nel baseball in particolare, con un impianto molto valido, un quadrifoglio di campi assai funzionale, anche se un po’ algido, ma comunque sopra la media.
Ma torniamo ai vincitori della European Champions Cup, ossia alla Fortitudo e a quello che resta della sua vittoria in Coppa. La Fortitudo con questa affermazione, colta in casa, dopo un esordio difficile, una sconfitta più fastidiosa che brutta, subita per soli due fuoricampo ad uno, dove c’era tutto da perdere e una sola cosa da guadagnare, ossia il maggior titolo europeo per club, adesso può veramente dire di aver fatto centro.
Scusate il campanilismo, ma quando si vince come ha vinto la Effe, c’è poco da fare e da dire: questa è la strada e anche se vorrei tantissimo vedere più squadre in Serie A1 e vorrei che si giocasse di più (almeno tre incontri a settimana!) e vorrei che il movimento del baseball sportivo fosse seguito da un pubblico giovane ed appassionato e non solo o quasi da un pubblico over 40, l’idea che vi sia una fusione tra la A1 e la A2 non mi piace neanche un po’, pur se capisco e condivido la bontà di chi pensa e scrive sull’attrazione per l’italian baseball, che in alcuni borghi italiani potrebbe avere l’arrivo di una squadra come la Effe o come appunto il Parmaclima o le altre compagini dell’attuale A1. Ma dopo quanto visto e vissuto durante la scorsa settimana a Bologna, non credo sia quella la strada, perché bisogna puntare in alto e non fare “le nozze con i fichi secchi”.
Nella settimana della Coppa campioni di baseball bolognese, abbiamo vissuto un concentrato di quello che sempre dovrebbe esserci su tutti i campi di baseball italiani: dal primo lancio fatto da un’autorità, un artista o uno sportivo locale, al merchandising, dal catering, all’allestimento del campo al gioco, tutto è stato fatto e curato al massimo e tutto è stato come sempre dovrebbe essere: tanto pubblico, bel gioco e tanta organizzazione, specie dietro le quinte, per assicurare quel confort che ci vuole, se si vuole essere veramente attrattivi.
Certo, a proposito di confort, quei metri quadri di solo cemento, quei gradoni grezzi e durissimi o, quando va bene, i seggiolini non leggermente reclinati ed ergonomici, ma dritti come fusi e che fanno un po’ male alla schiena, così come la scarsa accessibilità di molti impianti sportivi italiani, sia per le persone con disabilità che per quelle un po’ avanti con gli anni, sono ancora dei gravi gap, ma qui devono intervenire le istituzioni e in maniera forte: se ci sono i soldi, perché di questo parliamo, per aggiornare gli stadi di calcio ed è giustissimo farlo, bisogna che ci siano risorse anche per gli altri sport, specie quando le squadre sono vincenti e danno lustro alla città e poi bisogna che la Federazione faccia il suo.
Non è possibile infatti che per la European Champions Cup non ci sia stato un solo passaggio sulla Rai TV; non c’era una telecamera, una, a parte la copertura di una TV locale, che però ha ripreso solo quanto serviva per fare dei singoli servizi e non certo per commentare l’intero incontro. Se c’era un’occasione d’oro da sfruttare, questa era la Coppa Campioni di baseball e invece, ancora una volta niente, nisba, nada de nada … Molto resta, ma altrettanto rimane da fare.