Il campionato è ormai alle porte, e dopo il clamoroso ritardo – concordato comunque con la Federazione – i Falchi Caserta sono pronti ad affrontare una stagione che si annuncia a dir poco travagliata. Il “San Clemente” è ancora in condizioni critiche, nonostante le promesse e le rassicurazioni che avevano tranquillizzato la compagine campana circa il regolare svolgimento del torneo. Ma le parole, come sempre, son rimaste tali. Ed il baseball casertano rischia di non sopravvivere.
IL SUSSULTO – Il Presidente Rotili ne ha viste molte, vissute troppe. L’appello è ora destinato a tutto il movimento italiano. Il batti&corri ha bisogno di Caserta, così come la città ha bisogno di questo sport. E dopo mille interviste e denunce, l’ultima spiaggia assume i contorni di una petizione. “Salviamo il San Clemente”, recita il comunicato su change.org che punta ad un minimo di cento firme e può contare anche sul supporto di Alessandro Maestri, informato tramite i social networks dell’ennesima battaglia del baseball italiano. Una firma che può valere tanto, tantissimo. Soprattutto se le autorità competenti decidono di far finta di non ascoltare.
CATTEDRALE E DISCARICA – “Non molto tempo fa, il dottor Michele Tarabuso aveva definito il campo casertano come una ‘Cattedrale nel deserto’, ma allo stato attuale sarebbe più congeniale definirlo una ‘discarica’ – ha commentato piccato il numero uno del baseball campano – La petizione è l’ultima possibilità di farci sentire. Chiunque voglia aderire alla nostra iniziativa, può andare su “change.org/it/petizioni/movimento-baseball-italia-salviamo-il-san-clemente”. Il baseball casertano merita rispetto!”. Ed è ciò che otterrà. Lo sguardo dei casertani è indicativo: qui non si molla. E mai si mollerà. Da una firma, ad un sogno. Passando per l’ennesima battaglia. Caserta si prepara: l’avversario è più difficile di quanto si potesse immaginare.