Ricordando un personaggio leggendario del baseball italiano, campione della Fortitudo (anche delle Calzeverdi e della Tanara Parma) che è venuto a mancare all’età di 82 anni

Pubblicato il Mag 7 2018 - 8:45pm by Maurizio Roveri
Carlino se n’è andato. All’età di 82 anni. Carlo Morelli è stato un “grande” del baseball, dall’epoca pionieristica degli Anni Cinquanta fin verso la metà degli Anni Settanta. Una bandiera del “batti e corri” bolognese. Forse, nell’espressione tecnica, da considerare il primo interbase moderno del baseball italiano. Passione, istinto, personalità, mentalità vincente. Una tecnica sublime. E quella capacità di apprendere, e di fare le cose, con una naturalezza disarmante.
L’estro e l’esuberanza non gli sono mai mancati. Fin da giovanissimo. Occhi vivi e pieni di spirito d’iniziativa. Era uno di quella banda di ragazzotti della zona di fuori Mazzini. Avevano messo su una squadretta di baseball. Per divertimento, per entrare nello spirito di quel “gioco” che si fa con una pallina, una mazza e un guantone e che i soldati americani avevano portato in Italia durante la seconda guerra mondiale dopo il famoso sbarco sulle spiagge di Anzio e Nettuno nella notte del 22 gennaio 1944. Le truppe statunitensi della “operazione Shingle” lasciarono in eredità quel “gioco” che i nettunesi assimilarono immediatamente (è del 1945 la fondazione del Nettuno Baseball Club) e che poi cominciò ad affacciarsi nel resto d’Italia tra la fine degli Anni 40 e l’inizio dei ’50. 
Carlo Morelli ancor giovanissimo faceva già parte della prima squadra delle mitiche Calzeverdi Casalecchio di Reno. Una delle squadre che hanno fatto la storia del baseball in Italia, attiva già nel 1950. 
Morelli ha giocato ininterrottamente per vent’anni nella massima serie: dal 1955 (appunto con la casacca delle Calzeverdi) al 1974 compreso (suo ultimo anno in Fortitudo). Ha giocato anche per l’ACLI Bologna nel 1960 e – nella sola parentesi fuori dalla sua Bologna – a Parma in casacca Tanara.
Nell’inverno che divide la stagione 1966 e quella del ’67, Carlino già trentunenne e al top della maturità tecnica e mentale chiese di essere ceduto all’ambiziosa Tanara Parma. Per poter prendere qualche lira, dopo aver dato tutti gli anni della giovinezza al baseball bolognese. E soprattutto per tentare di vincere finalmente uno scudetto. Richiesta legittima. Infatti la Fortitudo capì e accettò la richiesta. E, come ricorda Cesare Leoni nel libro  “Fortitudo Baseball, cinquant’anni in diamante”, il consiglio direttivo fortitudino accontentò Morelli. E il passaggio da Bologna a Parma avvenne… in cambio di quattro scatole di palline! Così, Carlino raggiunse in casacca-Tanara l suo amico Alberto “Toro” Rinaldi. Insieme giocarono a Parma le stagioni 1967 e 1968. Concludendo quei campionati al terzo posto, alle spalle della grandissima Europhon Milano di Gigi Cameroni e del Nettuno.
Ebbene, per vincere lo scudetto Carlo Morelli e Toro Rinaldi dovettero tornare nella “loro” Bologna. Era il 1969.
E lì, in quell’estate del 1969, io – allora aspirante giornalista e giovane collaboratore diciannovenne del quotidiano sportivo STADIO – ebbi l’opportunità di conoscere il baseball, di veder giocare Morelli e Rinaldi, Calzolari e Lercker, Meli e Malaguti, Baldi, Blanda, Sarti, Ghedini, Barbieri e Roger Saunders, insomma quei ragazzi dell’Amaro Montenegro che firmarono il primissimo scudetto della Fortitudo. 
Li ho conosciuti bene. Indimenticabili, quei mesi! Io non avevo mai visto una partita di baseball prima di allora. Quello sport mi affascinò immediatamente, mi entrò nel cuore. Proprio guardando e raccontando le prodezze di campioni come Carlino Morelli e come Alberto “Toro” Rinaldi (che è ancora un Mito, per essere stato nel 1965 il primissimo italiano a giocare un’intera stagione negli Stati Uniti, a Tampa, nell’Organizzazione dei Cincinnati Reds), Gianni Lercker e “Il Professore” Umberto Calzolari e grandissimi esterni come Angelo Baldi e Alfredo Meli. Tutti bolognesissimi.
Di quella magica stagione – la prima targata Amaro Montenegro – ricordo l’intenso estenuante braccio di ferro con la Noalex Inter Milano guidata da Giancarlo Mangini! Gran bella squadra, anche quella: aveva un fortissimo lanciatore, Gianni Clerici, e anche Buschini e Mally, e un battitore devastante come Charles Davis che però se ne andò via prima che la stagione terminasse, e di quel gruppo facevano parte anche Fraschetti, Zugheri, i due D’Odorico, Crippa, Carmignani, Di Giacomo, Roberto Gandini, e Cardea e Acquafresca.
Carlo Morelli in casacca Fortitudo ha vinto altri due scudetti e una Coppa dei Campioni. Artista del ruolo di interbase fino al 1971. Dalla stagione 1972 si spostò nella posizione di esterno destro perchè quell’anno arrivò a Bologna un altro artista – anzi “L’Artista” con la A maiuscola – Vincenzo “Vic” Luciani, italianissimo ma di scuola venezuelana, il più bravo e spettacolare interbase italiano che io abbia visto (che coppia straordinaria, Vic al centro del diamante e “Toro” al suo fianco a difendere l’angolo caldo di terza base!).
Ma torniamo a Carlo Morelli. E alle tante epiche battaglie che lui e i suoi amici della Montenegro hanno combattuto contro il grande Nettuno dei fratelli Alfredo ed Enzo Lauri, di Bruno Laurenzi, di Giampiero Faraone, Giampaolo Mirra, Franco De Renzi, Pietro Monaco, Giorgio Costantini. 
Nella sua lunga carriera Carlino Morelli ha disputato – complessivamente – 438 partite. Per un totale di 3660 inning difensivi. Una media battuta-vita di 257 e una media di arrivi in base di 406.
Ha giocato 37 partite con la maglia azzurra della Nazionale. E proprio in occasione d’una partita della nazionale a L’Avana nel 1969, contro la grandissima Seleccion di Cuba, per il decimo anniversario della Rivoluzione, Carlo Morelli venne abbracciato dal “Lider Maximo” Fidel Castro!
Carlo Morelli è stato un interbase di mani rapide, di grande intuito e dalla straordinaria naturalezza – racconta Franco Ludovisi, personaggio leggendario del baseball italiano e bolognese in particolare – credo che abbia fatto dei campionati interi addirittura senza errori difensivi. E in tempi in cui… anche soltanto toccando la pallina, nel tentativo di fermare una battuta potentissima, ti veniva addebitato un errore”.
Carlo personaggio. Estroso, estroverso, carismatico, brillante. “Ho giocato con lui – dice ancora Ludovisi – nelle Calzeverdi, poi in Fortitudo nel 1963, 1964, 1965, 1966 e siamo stati compagni in nazionale. Eravamo spesso assieme. Di quegli anni ricordo che ci si trovava spesso all’Angolo del baseball, in centro sotto il Pavaglione, a parlare di partite e avversari, a discutere di baseball. Era molto convincente, riuscì perfino a portarmi a giocare a tennis che era uno sport che a me piaceva poco. Morelli aveva una bellissima auto, una decappottabile con la quale portava in giro la sua morosa che poi è diventata la sua prima moglie, e noi… a guardare. Non eravamo invidiosi, perchè non c’era spazio per l’invidia nel nostro gruppo, però eravamo convinti che Carlo avesse questo status particolare di ragazzo bello, brillante, che piaceva alle ragazze. Cose di vita. Per quanto riguarda invece il baseball, lui si era formato – come tanti di noi – giocando nei campetti. Ebbene, lui possedeva un tale istinto che da ragazzetto giocava già come quando successivamente è andato in Nazionale. Carlo aveva la dote naturale di imparare tutto rapidamente”.
Sapeva farsi rispettare, Morelli. Era un leader. Sul diamante era molto preciso e pignolo. E non esitava – se necessario – a discutere. In particolare con gli arbitri.
Carlino Morelli, Leggenda del baseball bolognese, è stato per decenni poligrafico dell’agenzia ANSA.
Il funerale si svolgerà domani, martedì, alle ore 14,45 al cimitero di Borgo Panigale.
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Maurizio Roveri

Giornalista professionista, nato il 26 novembre 1949 a Bentivoglio in provincia di Bologna. Ha iniziato la sua brillante carriera giornalistica come redattore di Stadio nel 1974 per passare poco dopo al Corriere dello Sport-Stadio, dove è rimasto fino al gennaio del 2004. E’ iscritto all’Albo dei giornalisti professionisti dal luglio del 1977. Al Corriere dello Sport è stato responsabile del basket e del pugilato nella redazione di Bologna. Capo rubrica per il Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Molte le sue esperienze da inviato a cominciare dai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in Italia, del 1990 in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Collaboratore del quotidiano “Il Domani di Bologna” per baseball, pugilato, pallavolo dal 2004 al 2007. Creatore del sito internet specializzato sul baseball Doubleplay.it e collaboratore dei siti Baseballitalia.it, Baseball.it e BoxRingWeb.it. Entra con l’inizio del 2012 nel gruppo editoriale di InLiberaUscita, ricoprendo la posizione di opinion leader e di redattore da Bologna. Nel marzo del 2012 è cofondatore del sito specializzato BaseballMania.it di cui oggi è coordinatore giornalistico.

6 Commenti Unisciti anche tu alla conversazione!

  1. Daitarn 7 Maggio 2018 at 23:33 -

    Addio Campione,indosserai la mitica casacca della Fortitudo quando ti presenterai alle soglie del paradiso.R.I.P.

  2. ivano 8 Maggio 2018 at 00:05 -

    riposa in pace

  3. Franco Ludovisi 8 Maggio 2018 at 06:26 -

    Grazie Maurizio per il ricordo di Carlo.
    Viene dal cuore.
    Grazie anche per aver interpretato a perfezione i ricordi che ci siamo scambiati nella nostra ultima telefonata.
    E’ così che mi piace ricordarlo:
    un grande amico nella nostra indimenticabile gioventù.

    Grazie anche per la precisione dei dati statistici che hai riportato nell’articolo
    che trovo citati non corretti anche dalla stessa Fibs
    che continua nell’opera di diffusione di dati inesatti
    che diventano insindacabili data la fonte che li propone.

  4. Ruggero Bagialemani 8 Maggio 2018 at 06:35 -

    Apprendo da questo articolo della scomparsa di Carlo Morelli,una notizia di quelle che non vorresti mai arrivasse,Carlo io l’ho conosciuto nel mio primo raduno delle Nazionali giovanili,era il 1977 io ragazzino di 14 anni venivo da Nettuno,appuntamento presso il Centro Sportivo dell’Acquacetosa di Roma,quando lui seppe che io ero di Nettuno e giocavo interbase mi prese a ben volere e dopo gli allenamenti mi raccontava delle battaglie disputate contro il Grande Nettuno a villa Borghese e al Comunale poi,di Alfredo lauri e Pietro Monaco suoi amici(fuori dal campo)…..dello loro trasferte azzurre e di quegli anni epici,io ragazzino acoltavo e sognavo……con me nei 5 anni delle giovanili sono passati quasi tutti i Campioni degli anni 80/90 allenati da Carlo Morelli,Franco Ludovisi,Beppe Guillizzoni,Barbato Andrea(credo,non ricordo bene gli anni passano anche per me),all’epoca non chiamavamo gli allenatori per nome ma con il Signor…e il cognome,invece Carlo volle essere chiamato per nome,passai con loro degli anni splenditi seguendo i consigli di Carlo che poteva aiutarmi in quanto interno quindi mi riempiva di consigli,con loro vincemmo tutti gli europei ai quali partecipammo,Categoria cadetti 1977 e 1979 in Belgio e in Spagna e poi con la Juniores nel 1980 ancora in Belgio,poi finita la trafila delle giovanili io passai con La Nazionale Maggiore ma continuavo a vedere Carlo ogni qualvolta andavo a giocare al Falchi,lui passava a salutarmi e mi ricordava gli anni(sopracitati) per me eroici e io sempre lo ringraziavo di tutto insieme a Franco Ludovisi altro nostro Allenatore.
    Lo piango perché oltre che un grande del baseball,un grande uomo,una persona sempre positiva e sincera.
    Ciao MAESTRO RIPOSA IN PACE .

  5. MAURIZIO 8 Maggio 2018 at 06:42 -

    R.I.P GRANDE CUORE FORTITUDO
    Per sempre nei nostri cuori!

  6. Domenico micheli 8 Maggio 2018 at 11:21 -

    Grazie